A Milano la Borsa del Fumetto: 40 anni con i supereroi

L'avventura di Nessim Vaturi che ha dato vita al "tempio delle nuvolette"

Nessim Vaturi e Camilla Gotz

Nessim Vaturi e Camilla Gotz

Milano, 30 agosto 2016 - La Borsa del Fumetto è nata quarant’anni fa a Milano, in un “corridoio” di via Lazzaretto. Nessim Vaturi, classe 1951, originario di Tripoli, dopo aver vissuto all’estero e aver trascorso qualche anno a Milano, tornò per mettere radici dando vita all’oasi degli appassionati di vignette in quella che è sempre stata non solo la capitale italiana dell’editoria ma anche la capitale del fumetto. In venti metri quadrati era racchiuso un universo da supereroi, bisognava arrampicarsi lungo i 4 metri e mezzo di altezza per conquistare i volumi. Li aveva stipati tutti in fila, creando le colonne del suo tempio. Una passione sempre più incontenibile: "Mi è sempre piaciuto più comprare che vendere, è nato tutto dalla ricerca, dalla voglia di approfondire e di avere almeno un numero di tutto", ammette Vaturi, che ha dovuto trovare un posto più grande, traslocando due anni dopo in via Lecco e creando una serie di magazzini satellite. Ma nonostante le sette vetrine a cui si sono aggiunte le due del “Borsino”, il tempio dell’usato, sorto nei locali di un’ex pellicceria, i volumi – che oggi superano i 10 milioni di pezzi – continuano a straripare. Per gli appassionati il 4 e il 5 settembre, con replica il 10, 11 e 12 per chi è in ferie, Vaturi aprirà anche il magazzino 51, in zona Bovisa, cercando, come un minatore, di scavare un percorso tra le montagne di pagine e scatoloni ricchi di tesori da riscoprire. "All’inizio il fumetto era considerato un prodotto povero e secondario; quando si voleva sminuire qualcosa si diceva: “Ma sì, è da fumetto”, adesso siamo passati da un estremo all’altro. È tutto arte – sorride –. I capolavori ci sono e possono ancora scappare, ma serve mestiere. I bei fumetti sono animati da questo: passione, arte e divertimento, non bastano gli effetti speciali".  Ricorda i primi anni, gli ambienti intimi, "Ci conoscevamo tutti per nome, anche alle manifestazioni di Lucca e San Diego, poi è cresciuto tutto in maniera esponenziale. In Italia e a Milano c’era una produzione imponente con tirature che quasi facevano impallidire il mercato americano".

La sua bottega è una finestra affacciata su mode e costumi. Dal Corrierino all’epoca dei supereroi americani sino ai manga giapponesi. "Con la crisi della carta stampata oggi gli editori stanno puntando più su un pubblico che può spendere, con prodotti di alto livello, ma si sta perdendo una generazione, quella dei ragazzini, che contrariamente a quello che si pensa ha senso critico", spiega il titolare, con una nota di nostalgia. Il viavai in via Lecco però continua. Sia alla Borsa che al Borsino. "Tanti sono i bambini di ieri, oggi trentenni, che hanno iniziato a leggere fumetti da piccoli e non si fermano", spiega Vaturi. E ci sono gli affezionati come un cliente che, una volta all’anno, arriva puntuale da Città del Capo. Vanno molto le “operazioni nostalgia”, le piccole ristampe degli anni Trenta a tiratura limitata. Il fenomeno Rat-Man, creato da Leo Ortolani, meriterebbe un capitolo a parte: era stato anche il più votato dalle librerie interpellate dalla Borsa del Fumetto. I “fantastici cinque” dei milanesi restano però loro: Diabolik e Tex, seguiti da Topolino l’americano, e da Dylan Dog e Alan Ford.  

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