Ha solo il permesso unico lavoro: straniera ha diritto al bonus bebè

Tribunale di Milano contro Inps. Protagonista di questa storia una cittadina salvadoregna. Sarà trattata come le altre mamme italiane, a parità di reddito Isee

Inps

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Milano, 3 dicembre 2016 - Il tribunale di Milano, con l’ordinanza emessa ieri (giudice Giulia Dossi, tribunale civile, sezione lavoro), le ha riconosciuto il diritto al bonus bebe. Sarà, quindi, trattata come le altre mamme italiane, a parità di reddito Isee. Protagonista di questa storia una cittadina salvadoregna, con un permesso unico di lavoro della durata di due anni. Si era vista rifiutare la domanda dell’ assegno di natalità, presentata all’Inps, in «quanto non risultava in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo». Per questo si era rivolta al patronato. Cisl-Anolf e Asgi, le associazioni che l’hanno accompagnata nella presentazione del ricorso, il 16 novembre scorso.

«Siamo soddisfatti - replica l’avvocatessa Silvia Balestro che insieme al collega Alberto Guariso del patronato Inas ha seguito il caso - il tribunale ha accolto la richiesta affermando il diritto della signora a ricevere l’assegno di natalità, in applicazione dell’articolo 12 della direttiva 2011 del 98 che riconosce la parità di trattamento dei cittadini extra Ue». 

Quindi, insiste Maurizio Bove, responsabile Immigrazione della Cisl e presidente Anolf Milano, «ci auguriamo che l’Inps trovi una soluzione che vada al di là del caso individuale e che interrompa la continua necessità di far valere la giustizia nelle aule dei tribunali. Forse è il momento di rimettere mano ad una normativa in materia di immigrazione che non tiene conto della situazione reale che abbiamo in Italia». «Queste persone non sono dei fantasmi, i legislatore ne tenga conto», fa notare Silvia Balestro. È dal 2015, aggiunge Bove, che abbiamo deciso di impegnarci nel riconoscimento del bonus bebè per tutti i cittadini stranieri regolarmente residenti. Altra battaglia recentemente vinta è stata quella sul servizio civile, ora aperto anche agli immigrati stranieri di seconda generazione. 

 

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