Bimbi di 3 anni maltrattati, "Li trascinava per i piedi": insegnante sospesa per un anno

Rinviata a giudizio per maltrattamenti, lesioni personali e abuso dei mezzi di correzione, è stata subito allontanata

Un fotogramma all'interno dell'asilo

Un fotogramma all'interno dell'asilo

Milano, 29 marzo 2017 - Bimbi presi a schiaffi. Strattonati con violenza. Persino presi per i piedi e trascinati sul pavimento. In un’occasione, la maestra si è addirittura messa a cavalcioni su un piccolo alunno per costringerlo a smettere di piangere. Tutto ripreso dalle telecamere installate in classe dai ghisa del nucleo specializzato Tutela donne e minori, che per due mesi hanno filmato le angherie di E.F., 51enne insegnante di una scuola dell’infanzia (allievi dai 3 ai 6 anni) del Comune nella periferia nord-est della città.

Da ieri quella docente – nel frattempo rinviata a giudizio per maltrattamenti, lesioni personali e abuso dei mezzi di correzione – è stata sospesa dalla professione: dovrà stare a riposo forzato almeno per un anno. L'indagine degli agenti della polizia locale, coordinati dal comandante Antonio Barbato, scatta poco più di un anno fa: è la segnalazione di una collega a mettere in allarme il settore Educazione di Palazzo Marino, si parla di metodi d’insegnamento che definire poco consoni suona eufemistico. L’allarme viene subito girato agli investigatori di piazza Beccaria, che impiegano poche settimane a cristallizzare le violenze (7 i casi accertati) pressoché quotidiane della maestra (pare alle prese con una situazione familiare complicata e una brutta dipendenza dall’alcol). Nel frattempo, la voce inizia a girare tra i genitori – anche perché alcuni bambini presentano evidenti segni rossi sul collo – e qualche giorno dopo giunge pure alle orecchie della diretta interessata, che pensa bene di mettersi in malattia. Parte un procedimento disciplinare nei suoi confronti, istruito dalla dirigente del settore Servizi all’infanzia. La docente viene trasferita in un ufficio per evitare che abbia contatti con i piccoli; inoltre, l’amministrazione chiede un accertamento sanitario proprio perché c’è il sospetto che la donna abusi di alcol. Dal canto suo, E.F. si sottopone volontariamente nell’estate del 2016 a un percorso di riabilitazione, e a ottobre il medico del lavoro ne riconosce l’idoneità a svolgere la sua professione: quella di maestra in una scuola dell’infanzia.

In quel momento, il Comune ha le mani legate: spostarla dalla materna coinciderebbe con un demansionamento, con tutto quel che ne potrebbe conseguire in termini di contenziosi legali. E allora, Palazzo Marino trova una soluzione di compromesso: trasferisce la maestra in un altro asilo più grande con compiti da supplente, dove sarà sempre affiancata da una collega e mai a strettissimo contatto con i bimbi. A sbloccare l’impasse ci ha pensato ieri l’autorità giudiziaria, che ha notificato alla docente la misura cautelare interdittiva della sospensione per 12 mesi dai pubblici uffici. In attesa del processo.

 

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