Processo 'The Family', Belsito: "Perizia su rimborsi da rifare, sbagliati i conti"

Dopo che per due volte ha disertato l'aula, oggi l'ex tesoriere della Lega Nord si è presentato al palazzo di Giustizia di Milano e davanti al giudice ha letto un documento 'tecnico'

Francesco Belsito

Francesco Belsito

Milano, 24 ottobre 2016 -  Nessun interrogatorio ma solo dichiarazioni spontanee per criticare le perizie contabili della Procura "basate su errori e profonde incongruenze". Questo è quanto chiesto al giudice da Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega imputato a Milano nel processo 'The family' assieme a Umberto Bossi e al figlio del senatùr Renzo, soprannominato 'Il Trota'.  Errori su cui si fonderebbe, a suo dire, il capo di imputazione che lo ha portato alla sbarra per una appropriazione indebita di oltre mezzo milione contestata senza tenere "in alcun modo conto dei compensi percepiti dal sottoscritto per l'attività svolta e la carica ricoperta" in via Bellerio.

Dopo che per due volte ha disertato l'aula, oggi Belsito si è presentato al palazzo di Giustizia di Milano e davanti al giudice dell'ottava sezione penale del Tribunale Luisa Balzarotti, ha letto un documento 'tecnico'. Nello specifico, Belsito ha affermato che "il sottoscritto  rileva come le perizie contabili su cui si e' basata la Procura per procedere alle imputazioni del presente processo e per attribuirmi indebite appropriazioni siano basate, in realta', su errori e profonde incongruenze. Cio' con riferimento agli importi in essa riportati nei diversi anni, sia in relazione alle causali che sono state evidenziate da parte dei consulenti". Come esempio, "si evidenzia - scrive Belsito nel memoriale - che per l'anno 2011 viene indicato dai consulenti un ammontare di prelievi per oltre 400mila euro, somma che, nella tesi accusatoria, non sarebbe mai stata messa a dispoisizone del partito (...). La perizia non tiene in alcun modo conto dei compensi percepiti dal sottoscritto dalla Lega. Tale omissione - ha concluso - non e' di poco momento visto che con essa e' possibile spiegare gran parte dei rapporti di credito - debito tra il sottoscritto e la Lega". 

Nel memoriale Belsito ha sottolineato inoltre che "la stessa perizia ha ampiamente provato che la Lega per prassi interna registrava la contabilità con un ritardo di circa 6 mesi, ritardo pienamente legittimo non essendo la Lega una societa' commerciale (...). "Ho motivo di ritenere - continua - che i periti abbiano acquisito i file ma non abbiano utilizzato i mastrini". In conclusione, Belsito, che e' accusato di appropriazione indebita assieme a Umberto Bossi e al figlio Renzo (presente in aula) per le spese personali effettuate coi rimborsi elettorali del partito, chiede al giudice Luisa Balzarotti "l'acquisizione di tutti gli elementi documentali e contabili utilizzati dai consulenti per l'effettuazione della loro perizia, al fine di procedere alla rinnovazione della perizia e/o al fine di poter far realizzare una perizia di a un proprio consulente di fiducia". Tra le presunte spese personali coi soldi pubblici, la Procura indica la fattura del carrozziere, l'ormai famosa laurea in Albania di Renzo Bossi e i lavori di casa Bossi a Gemonio. Anche la laurea, secondo Belsito, rappresenta un "ulteriore profilo di erroneita' della perizia". All'ex tesoriere viene contestato di essersi appropriato di circa mezzo milione.

Il processo e' l'ultimo dei filoni dell'inchiesta, che nel 2012 ha travolto Umberto Bossi, rimasto a Milano. Gli altri sono stati trasferiti per competenza territoriale a Genova. Prossimi appuntamenti il 12, 19 dicembre e 16 gennaio con l'ascolto dei testimoni indicati dalle parti.

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