I 70 anni amari del Milano Baseball: "Rivogliamo il nostro diamante"

La gestione del Centro Kennedy bloccata tra Federazione e Comune

Immagine storica di baseball all'Arena di Milano

Immagine storica di baseball all'Arena di Milano

Milano, 25 settembre 2016 - "È un miracolo essere ancora qui. Senza investimenti e con tanti altri problemi, il fatto di festeggiare è già un’impresa". La Milano del baseball celebra i suoi primi 70 anni di vita, ma la nostalgia è davvero tanta. Perché il glorioso passato è solo un ricordo, il presente è molto triste e il futuro, ad oggi, sembra se possibile ancora più incerto. Il Milano Baseball c’è e vuole tornare ad essere protagonista. Ma sul "suo" diamante, quel Centro Kennedy dove la gestione, oggi, è ancora molto provvisoria. Tra Comune e Fibs, la Federazione italiana baseball e softball, infatti non c’è ancora una concessione definitiva. "Vogliamo un Kennedy di nuovo a pieno regime, possibilmente con il tabellone segnapunti – dice il presidente del club meneghino, Alessandro Selmi –. Deve diventare un centro di aggregazione, con una squadra composta da giocatori di Milano e di altre parti della regione. Puntiamo molto sulle giovanili e anche sul softball con l’obiettivo di avere una squadra di vertice fatta di atlete nostrane. Occorre aumentare la visibilità".

La verità, però, è che senza Centro Kennedy sognare di poter giocare nella IBL, la massima serie italiana, è e resterà solo un sogno. Ma questo, ai principali attori in campo, non sembra interessare troppo: il centro è in gestione alla Federazione baseball dal primo ottobre 2015 e, ad oggi, nulla è stato fatto. Il Comune di Milano, inoltre, aveva promesso 500 mila euro per aiutare la rimessa a nuovo dell’impianto, ma per ora all’orizzonte non si è visto nemmeno un centesimo. E la società è lasciata allo sbando, con il sogno di poter giocare nella massima serie sempre più lontano, e costretta intanto a disputare le sue gare addirittura a Senago. Nell’immobilismo delle istituzioni, la mente non può che tornare a quella gloriosa Euroform che vinse tutto e più. Se la ricorda benissimo Lorenzo De Regny, ex grande giocatore e tecnico, oggi dirigente e anima del Milano nonché factotum del baseball per ciechi: "L’anno più bello è stato il 1969, quando a Monaco vincemmo la Coppa Campioni contro Madrid – ricorda –. Una squadra di soli italiani, tutti di Milano. Gigi Cameroni, il coach di allora, lasciò a casa due ragazzi americani e con Silva sul monte trionfammo".

Gli fa eco Mauro Mazzotti, uno che ha guidato il Milano per otto stagioni da manager e per altre dieci ci ha giocato. Il suo è un ricordo più fresco, quello legato alla Mediolanum: "Uno degli errori commessi in quegli anni fu non comprendere che un imprenditore come Silvio Berlusconi il baseball italiano non doveva lasciarselo scappare – ribadisce –. La Mediolanum era una squadra nata per vincere. Fummo ad un passo dal prendere Ron Washington". Dalla gloriosa storia ai problemi di oggi. Non resta che festeggiare con la sfilata delle vecchie glorie, sperando di poter riassaporare i tempi che furono: "Noi ci crediamo, ma senza l’appoggio di Federazione baseball e Comune di Milano si può fare davvero poco – conclude Alessandro Selmi –. L’obiettivo è creare un punto di riferimento per il movimento milanese ma non solo".

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