Alì, dal barcone al lavoro fisso: "Ora sogno di prendere casa"

Cisliano, la scommessa vinta da un’azienda agricola

NEI CAMPI Alì

NEI CAMPI Alì

Milano, 17 gennaio 2018 - Sei anni fa Alì è fuggito dal Ghana in cerca di speranza. Oggi ha un contratto a tempo indeterminato, coltiva un orto biologico e alleva mucche lombarde in via d’estinzione. Una storia come altre all’azienda agricola Forestina di Cisliano. Merito di Niccolò Reverdini e del suo socio, Sebastiano Canavesio, che da tempo hanno avviato un progetto di agricoltura sociale unico nel suo genere.

Dal 2013 sono stati una quindicina i migranti che hanno frequentato un tirocinio, imparando a coltivare verdure di stagione e ad allevare specie bovine come la varzese. Hanno imparato anche a lavorare in cucina o al miglioramento boschivo del Parco Agricolo Sud Milano, piantando specie autoctone. Per molti di loro le competenze acquisite hanno spalancato le porte del mondo del lavoro. Proprio come è successo ad Alì Seidu. Nei suoi occhi c’è un amore per i campi e i boschi lombardi sbocciato molto presto: «Sono arrivato in Italia nel 2011 passando per la Libia – racconta – e oggi posso dire di essere davvero fortunato. È difficile trovare un posto come questo, con gente che sa aiutare le persone. Vorrei restare qui e il mio sogno è quello di comprare una casa».

Nel corso del tirocinio e dei tre anni di apprendistato, Alì ha imparato come si manda avanti un’azienda agricola: «Amo la natura e stare all’aria aperta. Ma soprattutto amo fare un lavoro diverso in ogni stagione: l’orto quando fa caldo e il bosco durante l’inverno». Il progetto è partito grazie alla collaborazione tra la Forestina, il Comune di Milano, la Caritas Ambrosiana, il Centro di mediazione al lavoro di Milano e la onlus Accoglienza & Integrazione. «Forniscono a queste persone una piccola borsa lavoro e noi ci occupiamo della formazione – spiega Reverdini -. L’obiettivo è creare competenze adatte al mondo del lavoro. In ogni caso da qui sono passati anche carcerati, ex alcolisti e giovani con problemi cognitivi. I risultati sono importanti ma i fondi non bastano mai per tutte le richieste che abbiamo». Alla Forestina non viene condiviso solo il lavoro: «Mangiamo tutti allo stesso tavolo, è fondamentale. Lì ci conosciamo al di là della cultura o dalla religione di appartenenza».

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