Aurora morta di fame e sete, vicino di casa: "Nei giorni dopo il padre cantava gioioso"

I racconti drammatici dei vicini di casa. La coppia faceva la questua, la bimba puzzava, il racconti del padre che non voleva lavorare e le urla: "Non le dare quel latte scaduto"

Via Severoli, bambina di 9 mesi morta in casa

Via Severoli, bambina di 9 mesi morta in casa

Milano, 13 luglio 2016 - Emergono nuovi particolari sulla vicenda di Aurora, la bambina denutrita morta nella notte tra il 26 e 27 febbraio 2015 in un appartamento a Milano. Nel corso del processo a carico di Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli per maltrattamenti in famiglia aggravati ai danni della neonata di 9 mesi, un vicino di casa ha raccontato: "Nei giorni seguenti alla morte della piccola ho sentito venire dalla casa manifestazioni di euforia con il padre che cantava, c'è stato un momento per me incomprensibile di gioia da parte sua". Così il testimone ha raccontato in aula il comportamento della coppia e soprattutto dell'uomo dopo il decesso della bimba. Dall'inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli, è emerso che la bambina riceveva un nutrimento insufficiente, viveva in condizioni igieniche precarie ed è deceduta per un arresto cardiocircolatorio provocato da «grave disidratazione» e «iponutrizione cronica».

Oggi in Corte d'Assise hanno testimoniato alcuni vicini di casa della coppia che hanno raccontato che i due chiedevano loro «latte» e «cracker» anche se poi, dopo la tragedia, avrebbero comprato «un'auto» nuova. All'inizio dell'udienza è stata sentita come teste anche la responsabile all'epoca dei servizi sociali della zona 6 di Milano, la quale ha riferito che la coppia (i due rischiano di essere condannati a 24 anni di carcere) «non si era mai rivolta a noi per chiedere aiuto». Un'anziana, che abita nel condominio di via Severoli dove i due imputati vivono ancora, ha spiegato che «lui andava in giro dicendo che non aveva voglia di lavorare e vivevano con la pensione del suocero e in una festa di vicini si erano presentati senza invito per mangiare a sbafo». Una volta, ha aggiunto la teste, «ho detto a lui 'fa freddo, copri la bambina' e lui ha mimato il gesto di darmi uno schiaffo». La donna ha raccontato anche che «la signora Grazioli disse a mia figlia che dava alla bambina da bere cinque bottiglie d'acqua e camomilla al giorno».

Un altro vicino di casa, un filippino, ha spiegato che un giorno «mi hanno suonato alla porta per chiedermi del latte per la piccola, ma noi avevamo quello normale, non quello per neonati». Un altro vicino, che abita nell'appartamento sotto, oltre a raccontare di quelle «manifestazioni di euforia» di Falchi dopo la morte della piccola, ha detto che una vicina filippina gli raccontò «che per un motivo una volta Falchi le aveva dato in braccio la bimba e che puzzava, ma puzzava non in una maniera normale tanto che la passò nelle braccia» di un'altra vicina. Lo stesso testimone, poi, ha sostenuto che «spesso si sentiva gridare da quell'appartamento, la mia compagna sentì anche la donna che diceva 'non le dare quel latte scaduto'». Sempre il testimone ha chiarito che dopo quel «momento per me incomprensibile di gioia» si sono sentite nei giorni successivi «tensioni e grida e una sera la signora Grazioli ha suonato alla mia porta e piangeva e diceva che lui l'aveva picchiata». Il teste ha parlato anche di alcune «spese» effettuate dai Falchi (la coppia «faceva la questua con noi vicini») dopo la morte della figlia: «Hanno sostituito la caldaia e poi c'è stata quella cosa della macchina, erano sempre attorno a quell'auto per vedere che non avesse graffi o ammaccature». Da un documento prodotto agli atti dal pm era emerso che i due imputati avrebbero comprato un'auto da 9.300 euro «nel giorno stesso del decesso della bimba».

"Negli ultimi giorni la bimba stava bene, l'hanno sempre lavata e nutrita, i genitori si sono comportati con lei in modo adeguato e se poi è successo qualcosa ed è stata male io non lo so perché è successo". Con queste parole il nonno di Aurora ha difeso i genitori della piccola. Il padre di Olivia Beatrice Grazioli, che per alcuni periodi ha vissuto in casa con la bimba e la coppia, sentito come teste, ha sostenuto che i due "non hanno mai ricevuto aiuto da nessuno, anche se l'avevano chiesto" e il pm Cristian Barilli gli ha spesso contestato delle risposte in contrasto con quanto aveva messo a verbale in fase di indagini. E se il pm, poi, aveva prodotto in aula documenti per dimostrare che i due imputati avrebbero comprato un'auto da 9300 euro "nel giorno stesso del decesso della bimba", il padre di Grazioli ha detto: "Quell'auto l'ho comprata io per darla a mia figlia".

In aula è stato ascoltato anche il titolare della concessionaria che ha venduto la macchina, il quale ha chiarito di "aver trattato per la compravendita con la coppia, ma penso che poi l'assegno sia uscito dal conto del padre della donna da cui, tra l'altro, ho riacquistato da poco quella stessa auto". Lo stesso testimone ha anche raccontato di aver dato "100 euro per il funerale della piccola alla Grazioli, perché lei mi ha chiesto se volevo partecipare con qualcosa per le corone di fiori". La zia di Marco Falchi, testimoniando, ha spiegato, invece, che "Marco chiedeva sempre soldi a suo padre e usava violenza quando non li otteneva". Il prossimo 26 ottobre, dopo gli ultimi testi del pm, verranno ascoltati i due imputati e poi i tre testimoni della difesa.

 

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