Bagarini online, processo in vista: la Procura chiede giudizio per nove

Milano, imputati di truffa manager Live Nation e il gestore del sito Viagogo

Anche la vendita dei biglietti per il concerto di Springsteen al centro dell’indagine

Anche la vendita dei biglietti per il concerto di Springsteen al centro dell’indagine

Milano, 16 dicembre 2017 -  Tempi duri per i bagarini online. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per nove indagati, tra persone fisiche e società, nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella vendita online dei tagliandi dei concerti nel cosiddetto “secondary ticketing”, vera e propria trappola a caro prezzo per i senza-biglietto.

Nell’ambito dell’inchiesta del pm Adriano Scudieri, chiusa a fine giugno nei confronti di dieci persone, rischiano ora il processo per i reati di aggiotaggio (alterazione del mercato) e di truffa, fra gli altri Roberto De Luca e Antonella Lodi di Live Nation Italia e Live Nation 2, Corrado Rizzato ex amministratore di Vivo, Domenico d’Alessandro di Di Gi. La procura ha chiesto di mandare a dibattimento anche Charles Stephen Roest, amministratore del sito internet di rivendita di biglietti Viagogo, mentre la posizione di Kaur Rashvinder Dhoot, legale rappresentante della società svizzera, è stata stralciata.

Secondo il capo di imputazione, i promoter, che grazie al meccanismo accertato avrebbero incassato dal 2011 al 2016 ricavi per oltre un milione di euro, da un lato avrebbero fatto credere al pubblico «divulgando false informazioni» che i biglietti dei concerti finiti nel mirino della magistratura fossero quasi esauriti inducendo i fan ad acquistarli «ad un prezzo estremamente più elevato rispetto al valore facciale». Dall’altro lato, avrebbero anche stipulato «accordi occulti» con il sito di bagarinaggio online Viagogo, sul quale «un elevato numero di biglietti» veniva messo in vendita «a un prezzo ingiustificatamente maggiorato rispetto a quello stabilito dagli artisti». Un raggiro, denunciato mesi fa dal programma Le Iene - di cui i cantanti e i loro gruppi erano completamente estranei, secondo la ricostruzione della procura.

«Tutti gli indagati - scrive Scudieri - adoperavano artifizi volti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo dei biglietti degli spettacoli». Gli organizzatori di concerti come quello dei Coldplay o di Vasco Rossi, mettevano in vendita a un prezzo normale un numero ristretto di tagliandi, la rimanente parte veniva rivenduta online su siti specializzati a cifre anche decuplicate, e la stessa società organizzatrice, otteneva altri guadagni. «Un sistema, lo definisce il pm Scudieri». L’accordo, secondo l’accusa, prevedeva che il 90% degli incassi ottenuti dalla vendita dei biglietti ricevuti direttamente dagli organizzatori venisse retrocesso «sotto forma di consulenza» agli stessi promoter mediante «fatture oggettivamente false». E, stando a quanto era emerso dalle indagini, con questo sistema non sono stati danneggiati solo i fan di Bruce Springsteen o dei Coldplay che, per un concerto si trovavano a dover sborsare cifre da capogiro, ma anche la Siae che si è vista non versare i diritti d’autore.M.Cons.

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