Lucido, spietato, sotto falso nome: ha colpito l’avvocatessa per ucciderla

Milano, cinque fendenti e poi la frase: "Così adesso impari". Lei è grave

Gli agenti delle Volanti intervenuti in via dei Pellegrini (Newpress)

Gli agenti delle Volanti intervenuti in via dei Pellegrini (Newpress)

Milano, 22 luglio 2017 - Cinque coltellate sferrate con violenza. Per uccidere. E poi quella frase sussurrata prima di scappare: "Così la prossima volta impari...". Parole che sanno di vendetta. Parole evidentemente profferite da qualcuno che covava rancore nei confronti di Paola Marioni, l’avvocatessa di 57 anni aggredita giovedì sera nel suo ufficio al piano interrato di via dei Pellegrini 26, complesso condominiale signorile in zona Porta Romana a Milano.

Chi è stato? Con ogni probabilità, la persona che si è presentata nello studio della professionista dopo aver preso appuntamento utilizzando un nome fittizio. Sì, perché le verifiche della Squadra mobile sul cognome che la donna ha urlato ai primi soccorritori del 118 non ha portato a una rapida conclusione dell’indagine. Tradotto: l’uomo che ha gravemente ferito Paola ha usato false generalità. Operata per 8 ore al Policlinico, l’avvocatessa è stata portata in Rianimazione come da prassi, ma presto dovrebbe essere trasferita in un altro reparto; il peggio sembra passato. E probabilmente già nelle prossime ore gli investigatori della Omicidi, coordinati dal dirigente Lorenzo Bucossi, la sentiranno per avere una descrizione più dettagliata della persona che l’ha accoltellata e soprattutto per capire se nel recente passato avesse avuto problemi con qualche cliente. Sì, perché l’indagine si è subito indirizzata sull’ambito professionale, anche perché la Marioni ha sempre trattato temi delicati nella sua carriera: fallimenti, recupero crediti, custodia giudiziaria di immobili pignorati per conto del Tribunale e mediazione nelle cause di divorzio. Ecco la ricostruzione dei fatti, secondo quanto emerso al momento. L’avvocatessa viene contattata al telefono il giorno prima, mercoledì mattina, da una persona che le dà un nome (che poi la donna si appunterà regolarmente in agenda) e le chiede di vedersi per discutere di una questione condominiale (materia in cui la Marioni è molto esperta, se ne trova traccia anche sul web).

L’appuntamento è per giovedì sera alle 18.45, non a caso un orario vicino alla chiusura dello studio: forse l’uomo, che evidentemente ha pianificato tutto, vuole essere sicuro che non ci siano altri clienti in attesa. Il misterioso aggressore si presenta all’incontro armato di coltello (arma non ritrovata dagli agenti): forse c’è una rapida e violenta discussione, o forse il killer neppure lascia il tempo alla sua vittima designata di rendersi conto della situazione. Lei cerca di difendersi, e prova ne è la ferita a una mano. «Aiutatemi», urla richiamando l’attenzione di un vicino di casa che poi allerterà il 112. Quando arrivano i sanitari del 118, lei grida un nome, quello annotato in agenda. Segno, il ragionamento degli inquirenti, che la donna aveva preso per buono quel cognome e che di conseguenza non aveva mai incontrato l’uomo o quantomeno non se ne ricordasse. Ora si sta scavando nel pregresso professionale della donna e nei procedimenti che ha seguito più di recente: in quelle carte potrebbe celarsi il nome dell’aggressore.

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