Milano, l’albergatore col fiuto da segugio: "Rischio attentato, così l’ho capito"

Milano, parla l’uomo che ha dato l’allerta sui tre sospetti al mega-veglione

Il The Hub Hotel

Il The Hub Hotel

Milano, 10 gennaio 2017 - «Il primo campanello d’allarme è scattato quando i tre insistevano per avere una camera proprio da noi. Perché? Non siamo in periodo di “tutto esaurito” in città, avrebbero potuto trovare agevolmente un’altra sistemazione in un’altra struttura ricettiva, anche in pieno centro».

A parlare è il direttore del The Hub Hotel in zona Stephenson, periferia nord ovest di Milano, a pochi passi dall’area che per 6 mesi ha ospitato l’Expo nel 2015. È l’uomo che insieme al suo staff ha fatto scattare l’allerta terrorismo la sera di Capodanno dopo che tre uomini, misteriosi nordafricani, avevano prenotato una suite da 600 euro più due camere da 95 per pernottare all’hotel il 29, 30 e 31 dicembre, la sera in cui ci sarebbe stato un veglione di Capodanno con 5mila invitati (2mila coloro che hanno effettivamente partecipato) in un altro albergo 4 stelle della zona, per poi non presentarsi. Chiede di restare anonimo «perché ci sono indagini ancora in corso». Ma accetta di raccontare l’episodio e soprattutto di spiegare cosa l’ha preoccupato.

Il primo elemento, appunto, «l’insistenza dei tre. Non siamo in un periodo in cui a Milano si fatica a trovare una camera d’albergo, come può succedere ad esempio durante il Salone del Mobile». Quegli uomini si sono presentati il giorno di Natale e hanno appreso alla reception che non c’erano stanze disponibili per i tre giorni desiderati. «Non solo il nostro hotel era al completo - sottolinea il direttore - ma anche quello in cui si sarebbe tenuta la festa e un altro della zona, tutti prenotati dagli ospiti del veglione, che era organizzato da altri». Poi i tre sono riusciti a prenotare via web le stanze, accaparrandosele tre fra quelle riservate ai clienti delle piattaforme Internet. Secondo campanello d’allarme, «non si sono presentati. Una stranezza, visto che avevano prenotato e soprattutto pagato le stanze». Il 30, però, «uno dei tre ci ha contattato al telefono chiedendo se le camere fossero ancora disponibili per il 31», proprio il giorno in cui ci sarebbe stata la festa. «Possono aver pensato che avessimo ceduto ad altri clienti le stanze, visto che non le avevano occupate. Noi abbiamo risposto loro che le stanze erano disponibili, bloccate dalla loro prenotazione». Ma – ed è il terzo segnale che l’albergatore non ha sottovalutato - «i tre non si sono presentati neppure il 31. Così abbiamo deciso di allertare i carabinieri visto che la festa era imminente». I controlli hanno dato esito negativo e tutti gli ospiti sono risultati estranei alla vicenda. «Come albergatore, segnalare è il minimo che posso fare. Nel dubbio, è sempre meglio comunicare le anomalie. E sono felice che non sia successo nulla di brutto. Ora gli inquirenti stanno andando a fondo, per capire». A non quadrare, ragiona ancora il direttore, «anche il fatto che avessero buttato via quasi 800 euro. Non sono proprio nulla. Quest’altro elemento, il poco interesse verso i soldi, mi ha insospettito». Come se ci fosse qualcosa di più grande a cui pensare. Un sospetto sufficiente per mobilitare l’antiterrorismo, che ancora li sta cercando.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro