Spaccio, armi e 'ndrangheta: arrestati esponenti della locale di Corsico-Buccinasco

Operazione antidroga contro il clan Barbaro-Papalia tra le province di Reggio Calabria e Milano, eseguite 17 custodie cautelari

Un episodio di spaccio documentato dai carabinieri

Un episodio di spaccio documentato dai carabinieri

Corsico (Milano), 6 luglio 2020 - Tra le province di Milano e Reggio Calabria è stata eseguita dai carabinieri della compagnia di Corsico un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 persone, delle quali 10 in carcere, cinque ai domiciliari e due con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le 17 persone sono ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi clandestine, e a due degli indagati è stata contestata l'aggravante del metodo mafioso per avere commesso il fatto al fine di agevolare l'attività della 'ndrangheta nella locale di Corsico-Buccinasco. L'indagine, avviata nel settembre 2018 e coordinata dalla Dda di Milano, rappresenta la prosecuzione dell'operazione 'Quadrato', conclusa nell'ottobre del 2018, che ha consentito di individuare e disarticolare un sodalizio criminale dedito al traffico di ingenti quantitativi di droga, prevalentemente cocaina e marijuana, operante nel Sud-Ovest della provincia di Milano. L'impianto accusatorio è stato suffragato dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, utili a individuare alcuni indagati con il ruolo di promotori affiliati alla nota 'ndrina Barbaro-Papalia di Platì, attivi nella gestione delle piazze di spaccio nei quartieri popolari di Corsico e Cesano Boscone, dove da sempre si registra l'egemonia della locale associazione di Corsico-Buccinasco.

Dovevano prendere in eredita' la piazza di spaccio dell'hinterland sud di Milano, nei comuni storicamente controllati dalla 'ndrangheta come Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone, dopo che i fratelli Barbaro (Salvatore, Francesco e Antonio) erano stati incarcerati: per questo era stato necessario far venire un "cugino dalla montagna", cioè dall'Aspromonte, per riprendere il controllo della droga su Milano. L'indagine Quadrato 2 dei carabinieri di Corsico (guidati dal capitano Pasquale Puca e dal tenente Armando Laviola) ha portato alla luce la continuità con cui i clan di origine calabrese sono presenti al Nord e il loro radicamento nel mercato dello stupefacente, che rimane una delle "prime fonti di guadagno". In linea con l'operazione Quadrato 1, nella quale i tre fratelli Barbaro erano stati arrestati - mentre un quarto, Giuseppe, è stato assolto - l'inchiesta ha al centro due parenti del clan Barbaro-Papalia: Saverio Barbaro, 31 anni (cugino di secondo grado degli arrestati nella prima tranche), già noto sul territorio perchè controllava in particolare la piazza del quartiere Tessera di Cesano Boscone, e un suo parente, Luigi Virgara (45 anni) richiamato dal Sud a presidiare la zona.

Era proprio lui il 'cugino della montagna': Virgaro, peraltro, per giustificare la sua presenza al nord lavorava come bidello nelle scuole di Corsico e Buccinasco. Sempre lui - come comparso nelle intercettazioni - a tenere i rapporti con la famiglia d'origine,in particolare con Michele Sergi, che veniva a riscuotere il denaro derivante dallo spaccio per riportarlo in Calabria ad alimentare le altre attività della 'ndrangheta. L'indagine è stata particolarmente complessa poiché tutti gli indagati, la maggior parte di loro con precedenti per stupefacenti, "erano molto accorti" - hanno descritto gli investigatori, coordinati dal pm di Milano, Stefano Amendola, e dal procuratore aggiunto della Dda Alessandra Dolci - e anche solo pedinarli non è tato semplice: è capitato ad esempio che nel corso di un pedinamento un'auto si mettesse di traverso rispetto a quella dei carabinieri, per far perdere loro le tracce; così come molto spesso appartamenti e autovetture venivano 'bonificati' dagli appartenenti all'organizzazione per evitare che ci fossero cimici a intercettare le loro conversazioni.

Nel corso dell'indagine, al fine di riscontrare le responsabilità penali dei singoli associati, sono stati operati 7 arresti in flagranza e recuperati circa 1,0 chili di cocaina, 100 grammi di hashish e 2,5 chili di marijuana.

 

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