Da piazza Fontana all’Ambrosiano: i documenti rischiano di marcire

Milano, svolta digitale all’archivio di Stato per la loro conservazione

I funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana nel cuore di Milano

I funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana nel cuore di Milano

Milano, 14 ottobre 2016 - Si potrebbe cominciare dai faldoni denominati “Questura di Milano” e «finiti per caso» nei meandri dell’Archivio: «Le buste contenenti i materiali su piazza Fontana – secondo Umberto Valloreja, responsabile dell’Archivio del Tribunale di Milano – sono attaccate da muffe o bucate per l’umidità». E si può continuare con quella telefonata da Parigi, di un giudice francese «che chiamava per avere una velina – ricorda Francesco Lisanti, collaboratore dell’Archivio di Stato di Milano – sul processo di Cesare Battisti. Era urgente. Senza, non avrebbe procedere con l’arresto. Ci abbiamo messo due giorni e due notti per trovarla». Due casi per tutti. La storia d’Italia abbandonata a se stessa. Documenti giudiziari fondamentali per ricostruire l’epoca della strategia della tensione, del terrorismo, ma anche i rapporti tra potere e criminalità organizzata che «rischiano di andare al macero», come è stato più volte ripetuto ieri, in un convegno organizzato all’Archivio milanese di via Senato.

Per preservare tutta questa messe di carte e faldoni si sta avviando un processo di «digitalizzazione», oggetto del convegno aperto dal direttore dell’Archivio di Stato meneghino, Luigi Compagnoni e dalla direttrice del Centro documentazione Archivio Flamigni, Ilaria Moroni. «Il 6 maggio del 2015 – ha ricordato Compagnoni – i ministeri della Giustizia e dei Beni culturali hanno firmato un protocollo per la digitalizzazione degli atti dei processi penali di interesse storico, a cura della Rete degli archivi per non dimenticare», promossa dall’Archivio Flamigni «con lo scopo di garantire la conservazione e la valorizzazione della documentazione giudiziaria di fondamentale importanza per la ricostruzione e la conoscenza del nostro recente passato». Un’operazione che ne segue un’altra, stimolata dalle Associazioni dei familiari delle vittime: di molti fascicoli processuali sono iniziati i versamenti anticipati negli Archivi di Stato. Ora ne sono disponibili l’originale cartaceo e il supporto digitale.

Dal Tribunale di Milano è arrivata la documentazione relativa ai “processi famosi’’ tenuti dal 1950 al 2000: da Piazza Fontana a Feltrinelli, dagli omicidi Tobagi, Calabresi e Caccia alle indagini sui Proletari armati per il comunismo, o sui Nuclei armati rivoluzionari. Fino al Banco Ambrosiano, Calvi e Sindona. Ma la consultazione di questo «milione di pagine digitalizzate» richiede una adeguata organizzazione archivistica delle carte. Una scheda sui fascicoli del processo per piazza Fontana, l’inchiesta del pm Grazia Pradella, serve da esempio: dalla consistenza dei faldoni alla presenza di materiale audiovisivo fino allo stato di conservazione, tutto è indicato. Ilaria Moroni ricorda come «questi fatti della storia d’Italia si sono spostati nel territorio. Ogni archivio deve dare più informazioni possibili sui documenti attinenti». Ma non mancano gli ostacoli se, per esempio, «i documenti della commissione Sindona, chiusa nel 1982, sono ancora secretati».

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