La Milano non più segreta della moda. Gli stilisti aprono i loro "salotti"

Un viaggio negli atelier storici: quanta creatività c'è dietro un abito

I grandi nomi della moda che hanno aderito all'iniziativa

I grandi nomi della moda che hanno aderito all'iniziativa

Milano, 13 ottobre 2017 - Il mondo dell’alta moda sfata un mito, quello di essere individualista, troppo esclusivo e di tenere nascosto anche il bagliore di un lusso che per molti è inaccessibile. Così 14 atelier, luoghi privati, maison che normalmente tengono segreta la loro anima creativa, apriranno le porte di casa e faranno accomodare, chiunque sia interessato, nel loro salotto. C’è chi mostrerà le nuove collezioni, chi la sartoria, chi gli archivi e chi i pezzi storici. Alcuni faranno la storia della maison, altri proprorranno uno shooting. Sarà comunque un percorso nel pensiero creativo, lontano dall’aspetto prettamente commerciale delle griffe. Un ritorno alle origini, un ritorno a quella creatitività che lega la moda, all’arte e al design in un unico filo conduttore che si intreccia con la cultura.

Sarà un intero week end, dal 20 al 22, quello dedicato alla prima edizione di «Apritimoda. Milano scopre gli atelier». Cinzia Sasso, anima promotrice del progetto, ha spiegato come i milanesi e tutti quelli che saranno interessati, potranno visitare i luoghi iconici e da sempre riservati agli addetti ai lavori e assaporare le atmosfere uniche delle grandi maison che sono una parte determinante dell’economia e della cultura milanese. Maria Canella, docente universitaria, ha raccontato come sono state coinvolte le scuole di moda in un’iniziativa che punta a potenziare il rapporto tra gli studenti e le attività produttive della città. Saranno infatti gli studenti dei principali istituti di formazione moda ad accompagnare i visitatori alla scoperta degli atelier. Agnona, Alberta Ferretti, Antonio Marras, Raffaella Curiel, Ermenegildo Zegna, Etro, la fondazione Ferrè, Gianni Versace, Giorgio Armani, Missoni, Moncler, Prada, Trussardi e i laboratori della Scala: questi i grandi nomi che hanno aderito alla prima edizione. Per l’assessore alla Moda Cristina Tajani il progetto è un modo per proseguire nella volontà di «promuovere la collaborazione tra le istituzioni e gli operatori per valorizzare il grande patrimonio manifatturiero italiano». Insomma, continua il percorso che Milano ha intrapreso negli ultimi anni, una corsa ad essere tra i primi posti in Europa, dal punto di vista dell’attrazione turistica ed economica, giocandosi la carta del poliedrico mondo della moda. Aprire le porte degli atelier significa offrire una democratica occasione per apprezzare la bellezza di questi luoghi e significa anche e soprattutto inaugurare una comunicazione diretta tra chi crea, produce e chi vive la città. La moda, si deve sapere, non è solo passerelle.   

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