Annalisa Scarrone e Milano: "Quasi quasi cerco casa qui"

La cantautrice ligure di 32 anni passa sempre più tempo in città

Annalisa Scarrone

Annalisa Scarrone

Milano, 17 dicembre 2017 - Annalisa  Scarrone potrebbe prendere una casa a Milano. La cantautrice ligure di 32 anni passa sempre più tempo in città, per portare gli ultimi ritocchi al nuovo album che «è quasi pronto e uscirà ad inizio 2018. Finora ho vissuto in albergo ma non mi dispiacerebbe avere un punto di appoggio più stabile», rivela. Diventata famosa nel 2011, partecipando ad «Amici» di Maria De Filippi, Annalisa in seguito ha sfornato cinque album, partecipando più volte a Sanremo e sarà tra i Big in gara nell’edizione 2018. Dal 2015 ha dimostrato di avere stoffa anche come conduttrice tv. Dopo il successo di «Tutta colpa di Einstein», dove raccontava le meraviglie del Cern di Ginevra, e di «Tutta colpa di Galileo», alle prese con lo spazio, la cantante con una laurea in Fisica è tornata, dal 3 dicembre, in seconda serata su Italia 1, con «Tutta colpa di Darwin», prodotto da Dube.

Stasera la terza e ultima puntata del suo docu-viaggio attraverso il percorso dell’evoluzione umana. Ospite è l’astronauta Paolo Nespoli.

«L’avventura della scienza non smette di appassionarmi. Questa volta siamo partiti dall’esplorazione della grotta di Chauvet coi suoi disegni risalenti a 36.000 anni fa, per raccontare poi l’evoluzione tecnologica fino ai nostri giorni. Una delle esperienze più emotivamente coinvolgenti è stata per me l’incontro, all’Iit di Genova, con iCub, il robot bambino più intelligente in circolazione. Mi sono totalmente innamorata di lui».

Fra numerosi centri di eccellenza italiani che ha visitato anche il Talent Garden a Milano. Come è andata?

«Ho visitato una piattaforma fantastica dove gli innovatori digitali lavorano fianco a fianco, si formano e si connettono con le aziende. Mi hanno colpito due cose: la vivacità intellettuale di questi professionisti capaci di spingersi chissà dove. E la loro idea d’innovazione come opportunità e non come minaccia: nutrono una grande fiducia nel futuro. Un sentimento che condivido appieno».

Qual è il suo rapporto con Milano?

«C’è grande sintonia. Quanta varietà di persone e di esperienze. L’altro giorno riflettevo sul numero impressionante di lavori che si possono fare solo in una grande metropoli. Per chi si occupa di musica, il capoluogo lombardo è un polo di riferimento imprescindibile, come sede di quasi tutte le case discografiche. Mi piace poi il fatto che si possa percorrerlo comodamente coi mezzi pubblici: la rete dei trasporti è efficiente».

Il quartiere che più la incanta?

«Porta Venezia. Quando sono in città alloggio in un albergo in zona e non solo perché vicino c’è la mia casa discografica: adoro l’atmosfera. Mi piace rilassarmi passeggiando ai giardini di Indro Montanelli».

Un tratto della mentalità meneghina che sente affine a sé?

«La velocità: a Milano è un modo d’essere che contagia tutto, persino le idee. C’è chi ne è spaventato. A me esalta. Dopo un po’, è come se oltre ad imparare a camminare più spediti fra la folla si riuscisse anche a pensare più in fretta…»

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