Ex calciatore ucciso, cuore di mamma: "Tutta colpa mia". Ma non le credono

Lui nega tutto, lei: ho agito sola

La zona dell’atrio  del palazzo dove vive la donna fermata

La zona dell’atrio del palazzo dove vive la donna fermata

Milano, 16 dicembre 2017 - Lei si è presa tutte le colpe. Lui ha negato tutto. Versioni che non stanno in piedi. Versioni che si contraddicono. Versioni bollate come «del tutto menzognere» dai carabinieri che hanno condotto la delicata indagine sull’omicidio dell’ex calciatore Andrea La Rosa.

Bloccata al volante della Lancia Y che stava trasportando il cadavere a Seveso (per completare il progetto di scioglierlo nell’acido), Antonietta Biancaniello, 59 anni compiuti meno di un mese fa, ha risposto così alla prima domanda diretta del pm Eugenio Fusco: «Sì, non ero in me, ma ho ucciso io La Rosa Andrea». Poi la ricostruzione di quella sera. Lei che vede il dirigente sportivo parlare animatamente con Raffaele Rullo. Lei che vede il figlio allontanarsi in macchina. Lei che viene minacciata da La Rosa: «Stia attenta. So dove abita lei, suo figlio e le sue nipoti...». Scatta l'agguato: «Siamo andati in cantina insieme. L’ho attirato con un tranello. Ora se ci ripenso mi dico che non ero io a fare quelle azioni. Giunti in cantina, lui continuava a parlare. Io non gli davo corda. Ho aperto la cantina e lui è entrato per primo. Ho preso un taglierino o un coltello che avevo in tasca e dalle spalle l’ho attinto alla gola. Io volevo ferirlo per spaventarlo e dirgli “tu non tocchi me e la mia famiglia”. Lui si è accasciato appoggiato al bidone, così l’ho messo all’interno del bidone». Poi la chiusura: «Mio figlio non sa nulla di tutto ciò che ho fatto. Ho fatto tutto da sola». Frasi smentite dalle indagini della Omicidi, in particolare da quella intercettazione in cui i due si accordano sul trasporto del corpo da Milano a Seveso.

E Rullo? Nessuna ammissione. Il libretto di circolazione dell’Audi A3 di La Rosa (non ancora ritrovata) ritrovato a casa sua? «Dovevo ricercargli un pezzo di ricambio». Perché ha comprato una sega elettrica (poi restituita a Leroy Merlin)? «Dovevamo tagliare un tavolo». E l’acido? «Mia madre mi aveva parlato di questa sua necessità di eliminare documenti e componenti elettrici». 

 

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