Coppia dell'acido, inizia il processo ma Martina è assente. Gli avvocati: "Verrà e dirà la sua verità"

Il processo con rito abbreviato la vede accusata insieme al presunto basista Andrea Magnani che invece è presente in aula. I due verranno interrogati il 9 ottobre. Gli avvocati: “Martina Levato è capace di intendere e volere. Verrà in aula a dire la sua verità”

Martina Levato

Martina Levato

Milano, 18 settembre 2015  – Martina Levato non è presente all'udienza con cui si è aperto il processo con rito abbreviato che la vede acccusata per una serie di aggressioni con l'acido insieme al presunto complice Andrea Magnani. Nell'aula al settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano c'è invece il presunto basista che avrebbe aiutato la ragazza e Alexander Boettcher nei blitz.  I due saranno interrogati in aula, a porte chiuse, il prossimo 9 ottobre.

Intanto i legali di Levato, gli avvocato Daniele Barelli e Alessandra Guarini, hanno presentato documentazione medica per motivare l'assenza della ragazza che ha partorito lo scorso ferragosto e non puòANTONIO MARGARITO essere presente perché sta allattando 'indirettamente' il bimbo affidato ad una comunità. Non è stata comunque presentata alcuna richiesta di legittimo impedimento.. Non sono presenti Pietro Barbini e Stefano Savi (studente aggredito per errore), i due giovani sfigurati. In aula ci sono il padre di Stefano, Alberto Savi, e Antonio Margarito (nella foto a destra), il giovane che avrebbe subito un tentativo di evirazione da parte di Martina. Martina e Magnani hanno chiesto il rito abbreviato condizionato e il giudice Roberto Arnaldi dovrà decidere se accogliere la richiesta di Levato di una perizia psichiatrica sulla serialità delle aggressioni e se ammettere una consulenza psicologica depositati dalla difesa del presunto complice.  Prima dell'udienza di oggi nell'aula era entrata anche una praticante dello studio che difende Alexander Boettcher, ma quando i legali di parte civile hanno fatto notare la sua presenza il giudice ha disposto che dovesse uscire.

LA DIFESA: "MARTINA DIRA' LA VERITA' IN AULA" -  "Martina Levato verrà in aula a dire la sua verità sui fatti". Lo hanno spiegato i suoi difensori che a breve chiederanno al gup Roberto Arnaldi l'esame della ragazza in una delle prossime udienze. La difesa ha anche deciso di rinunciare alla richiesta di perizia psichiatrica e chiederà l'acquisizione di valutazioni psichiatriche in carcere, nelle quali emergerebbero miglioramenti sulla «affettività».

I legali della studentessa, gli avvocati Daniele Barelli e Alessandra Guarini, chiedono dunque che Levato sia ascoltata davanti al giudice per raccontare «come sono andati i fatti». Fino ad ora, infatti, Martina ha sempre cercato di scagionare il suo amante Alexander Boettcher e le versioni dei due giovani e del presunto complice Andrea Magnani hanno molti punti di contrasto. Con questa mossa difensiva pare ci sia una sorta di cambio di linea da parte di Martina e della sua difesa.

Il gup di Milano Roberto Arnaldi ha accolto le richieste delle difese di esaminare la studentessa e il presunto complice, prima di far discutere le parti ed emettere la sentenza, che potrebbe arrivare entro la fine dell'anno. I difensori, di Levato avevano rinunciato a chiedere al gup che il rito abbreviato fosse condizionato ad una nuova perizia psichiatrica. «Non vogliamo dimostrare che Martina non è imputabile per incapacità di intendere e di volere», hanno chiarito i legali. Agli atti dunque resta la perizia del primo processo che sosteneva la piana capacità di intendere e di volere.

Acquisita agli atti anche tutta la mole di documenti depositati dal pm Marcello Musso, oltre alla consulenza psicologica di parte presentata dalla difesa di Magnani e alle valutazioni psichiatriche del carcere di San Vittore presentate dalla difesa di Martina. Queste relazioni - ha spiegato l'avvocato Guarini - dimostrano che Martina non soffre di disturbi depressivi, non ha psicopatologie e danno un giudizio positivo sulla sua sfera psichica e sulla affettività, soprattutto dopo che è diventata madre».

Martina Levato (Newpress)"MARTINA AFFRANTA" - I medici che la seguono in carcere hanno scritto nelle relazioni medico-psichiatriche redatte dopo i colloqui «di sostegno» nel carcere di San Vittore e acquisite dal giudice, che Martina Levato "e' affranta per la separazione dal figlio" nato a Ferragosto dalla sua relazione con Alexander Boettcher e ospite in una comunita'. Sempre stando a queste valutazioni, la ragazza, gia' condannata a 14 anni, "ha delle ottime capacita' di adattamento", non presenta "sintomi psichiatrici maggiori" (ndr, come per esempio depressione e schizofrenia) ed "esprime con chiarezza e congruità i propri vissuti e moti interiori". Martina viene anche definita "vulnerabile alla presenza di altri valori stressanti", tra i quali la separazione col figlio da lei allattato 'indirettamente'. Dalle relazioni, tra l'altro, viene fuori anche che quando nell'aprile scorso, dopo l'ordinanza d'arresto per associazione per delinquere, le vennero impediti i colloqui in carcere con l'amante Alexander Boettcher (colloqui poi nuovamente concessi), pianse perché, scrivevano i medici, «le sue difese stanno lentamente cedendo». In ogni caso dalle analisi effettuate in carcere la ragazza appare quasi sempre «tranquilla e adeguata nel comportamento» e non ha mai bisogno di «terapie». Nell'ultima relazione del 14 settembre scorso, i medici scrivono che è «tranquilla» anche se il «tono dell'umore appare lievemente deflesso», in parte per «l'allontanamento del figlio», in parte per la fase di «allattamento». Ed è «vulnerabile» anche per «l'iter giudiziario» che sta affrontando. "Da queste relazioni - spiega uno dei suoi legali, Alessandra Guarini - emerge che la nostra assistita è capace di esprimere la sua affettività e ha consapevolezza di . Questa non e' una conseguenza della maternita' ma del percorso che sta facendo".

PROSSIME UDIENZE - Le difese avevano chiesto che Levato e Magnani venissero interrogati soltanto dal gup, ma poi tutte le altre parti hanno chiesto di poter fare domande agli imputati. Il giudice ha anche ammesso tutte le parti civili (Pietro Barbini, Stefano Savi, il padre Alberto Savi, Giuliano Carparelli e Antonio Margarito), escludendo soltanto la richiesta di costituzione della Asl di Milano. Alla prossima udienza, durante gli interrogatori, dovrebbe essere presente in aula, come hanno chiarito i legali Andrea Orabona e Benedetta Maggioni, anche Stefano Savi, sfigurato il 2 novembre scorso ("verrà a vedere in faccia gli altri imputati, come ha fatto mercoledì scorso con Alexander Boettcher", hanno detto i suoi legali). Altre udienze sono state fissate per il 13 e il 27 novembre.

IL TESTIMONE - Alexander Boettcher e il presunto complice nelle aggressioni con l'acido, Andrea Magnani (nella foto a destra), erano «alla pari» e tra i due non c'era «un leader». È quanto ha messo a verbale, sentito A sinistra Andrea Magnani in tribunale scortato da carabinieri e agenti di custodianell'ambito di indagini difensive effettuate dai legali di Martina Levato, un amico del presunto basista. Il testimone, il cui verbale è stato depositato oggi dalla difesa di Levato nel processo, ha raccontato di essere amico di Magnani e di aver frequentato anche Boettcher, perché con loro si allenava in palestra. Magnani nei suoi interrogatori in fase di indagini aveva fatto ammissioni, dicendo di essere «succube» di Boettcher. Il testimone, che non entra però mai nel merito dei fatti al centro del processo, ha spiegato che loro tre, quando si allenavano, erano «tutti alla pari» e ha descritto l'amico come una persona «intelligente» anche se un pò «bonaccione». Ha messo a verbale anche che Alexander e Magnani gli raccontarono «di un episodio in cui Martina cercò di evirare un ragazzo» per «difendersi». Il presunto complice in quell'occasione, stando alla testimonianza, aveva «aiutato» Boettcher «a portare via la macchina di Martina». Il giovane ha poi spiegato che, quando parlò al telefono con Magnani dopo l'arresto della coppia, l'amico gli aveva «mentito» dicendo che era «all'oscuro di tutto». E solo parlando poi con il padre di Magnani «dopo molto tempo vengo a sapere che era insieme a loro». Il testimone, infine, ha raccontato che Boettcher «trattava male» le donne con cui aveva una relazione e gli diceva, però, che Martina «era molto presa da lui in senso amoroso». Alexander, inoltre, era un «pochino aggressivo» ma soltanto «in allenamento» e «un pò guascone».

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