Aggressioni con l'acido, legale di Boettcher: "Alex è innocente". Attesa per la sentenza

L'avvocato del broker: "E' solo sciocco e disturbato. Non c'è nessuna evidenzia processuale sulle responsabilità dell'imputato"

Alexander Boettcher

Alexander Boettcher

Milano, 30 marzo 2016 -  I giudici dell'undicesima sezione penale di Milano, concluse le arringhe dei difensori, si sono ritirati in camera di consiglio per emettere la sentenza nel processo a carico di Alexander Boettcher, imputato per associazione per delinquere e lesioni per una serie di aggressioni con l'acido. Il verdetto, come comunicato dal presidente del collegio Elena Bernante, è atteso entro sera. Il procedimento riguarda nello specifico le aggressioni con l' acido allo studente Stefano Savi e al fotografo Giuliano Carparelli, due episodi che hanno già portato alla condanna in abbreviato degli altri due componenti della presunta associazione a delinquere ribattezzata dal pm Marcello Musso come "banda dell' acido": 20 anni per Martina Levato e 9 anni e 4 mesi per il presunto complice Andrea Magnani. Il blitz ai danni di Pietro Barbini è invece stato al centro di un altro processo concluso con la condanna di Alex e Martina a 14 anni di carcere ciascuno. 

Nel corso della sua requisitoria, il pm Marcello Musso aveva chiesto di condannare il broker a 26 anni di carcere. Secondo i suoi difensori, invece, Alex va assolto con formula piena. Oggi i legali Andreano e Flora hanno depositato una memoria difensiva di 240 pagine davanti al collegio presieduto da Elena Bernante. Il primo a prendere la parola è stato Michele Andreano, poi Gianni Maria Flora. "Speriamo che sia la giornata della verità", ha commentato il pm Marcello Musso, che per Boettcher ha chiesto 26 anni di condanna. Presente in aula Patrizia Ravasi e Alberto Savi, padre di Stefano che "aspetta che gli sia resa giustizia".

"ASSOLUZIONE PER ALEX" - Si è conclusa con una citazione di Rosario Bevacqua l'arringa finale dell'avvocato Michele Andreano, difensore di Alexander Boettcher nel processo per le aggressionicon l'acido. L'avvocato ha voluto leggere un estratto del libro 'Diario di una difesa ovvero l'innocenza del mostro', scritto da Rosario Bevacqua, difensore di Pietro Pacciani, accusato di diversi omicidi nel caso del cosiddetto 'mostro di Firenze'. Andreano ha spiegato che anche in quel caso ci fu bisogno di avere "orrore e pietà". Orrore per l'abisso di perversione in cui viveva l'imputato e pietà per le vittime. Ma, dice citando le parole di Bevacqua, "non v'è imputato, per quanto infame possa essere la sua vita precedente, che non abbia diritto a un processo giusto, ma soprattutto a una sentenza giusta". Per questo motivo l'avvocato chiede per il suo cliente "un'assoluzione piena". 

"PROCESSO MEDIATICO" - L'arringa di Andreano si è concentrata sul tentativo di dimostrare "basandomi esclusivamente sui fatti" la falsità della versione di Andrea Magnani, presunto complice della 'coppia diabolica' che da sempre accusa Boettcher di aver partecipato alle aggressioni. "Magnani - secondo la difesa - consegna un racconto falso, una verità che è smentita in maniera precisa e puntuale dai fatti". Inoltre, il legale contesta la "benevolenza" che il pm avrebbe avuto nei confronti del "povero dottor Magnani", mentre Boettcher è considerato solo un "freddo figlio di papà" in quello che è stato definito "un processo super indiziario, super suggestivo". L'avvocato è poi tornato a parlare di un processo troppo mediatico nel quale la pressione che pm e parti civili hanno voluto creare "non l'hanno creata solo su di noi" difensori, ma anche sul collegio giudicante. La stessa convenzione europea dei diritti dell'uomo ritiene, secondo Andreano, che "un processo sovraesposto lede la vostra serenità (quella dei giudici, ndr) e non solo quella dell'imputato", fermo restando che "la malagrazia extraprocessuale del mio cliente non è assolutamente in discussione".

"ALEX SCIOCCO E DISTURBATO" - La difesa ha poi preso di mira l'esplorazione investigativa portata avanti dagli inquirenti che è andata "ben oltre i limiti dei fatti contestati" coinvolgendo "aspetti intimi, personali degli imputati". Il riferimento è ai messaggi, alle conversazioni in chat e ai video che sono stati prodotti in aula per esplorare la personalità di Boettcher anche se non integravano alcun tipo di reato. Nonostante "un'azione continua incessante della procura", spiega l'avvocato Andreano, "non si è arrivati a nulla che possa essere di rilevanza penale". L'unica colpa di Boettcher secondo il suo avvocato difensore è quella di essere stato uno "sciocco" e di aver assunto condotte "inqualificabili ed esecrabili" che dimostrano "disistima dei valori umani più elementari", anche se non sono tali da assumere rilevanza penale. E per questo, si legge ancora nella memoria, va assolto "con ampia formula per non aver commesso il fatto".

 

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