Darsena, giro di vite fallito: l’alcol in mano agli abusivi

La stretta è una farsa, un mese dopo ancora birre nei tombini

Venditori abusivi in Darsena

Venditori abusivi in Darsena

Milano, 10 uglio 2017 - Doveva essere pugno duro dell’amministrazione contro l’abusivismo. Ma a distanza di un mese dall’annuncio del giro di vite, l’impressione è che alla Darsena sia cambiato poco. Certo, non mancano i controlli della Polizia locale e anche i sequestri. Ma i venditori illegali di alcool, assieme a quelli di rose e cianfrusaglie, dagli accendini agli aggeggi elettronici, continuano ad imperversare lungo la sponda affollata del Naviglio. Imperterriti. Gli affari vanno a gonfie vele, in particolare per chi si è voluto specializzare nel commercio illegale di birre. Si tratta di un piccolo gruppo di giovanissimi nordafricani che stazionano nei pressi del ponte pedonale, direzione piazzale Cantore, o muovendosi su e giù con il secchiello pieno di bottiglie, rigorosamente in vetro, e blocchi di ghiaccio. I clienti che hanno voglia di divertirsi non mancano il sabato sera e sono in molti a cedere al richiamo insistente degli stranieri. Come lasciarsi sfuggire l’occasione di dissetarsi con una "bionda", consegnata fresca fresca sotto il naso e per soli due euro? Peccato che l’acquisto allettante finisca per penalizzare chi fa commercio seguendo le regole e pagando le tasse, come bar e locali. Non solo.

Gli acquirenti ignorano che le casse di bottiglie siano conservate nel più terribile dei posti: le fognature. Un anfratto malsano dove le bevande giacciono in condizioni igieniche che definire precarie suona come un eufemismo. Come già denunciò Il Giorno l’11 giugno, gli abusivi utilizzano i tombini come magazzini di fortuna per lo stoccaggio della merce. E continuano a farlo. Lungo i marciapiedi di viale D’Annunzio, già verso le 21, trascinano un carrello da magazziniere per nascondere la merce e dietro i muretti rossi si recano più volte nel corso della notte, quando esauriscono le loro mini scorte, per fare rifornimento. Corrono lì anche quando devono trovare un nascondiglio veloce per la birra, in presenza dei ghisa. Del rischio sanitario che fanno correre ai clienti se ne infischiano. Non li impensierisce neppure la minaccia del Daspo che grava sulla «categoria». La misura innovativa, del resto, finora è rimasta sulla carta. Sulla scia dell’attentato terroristico a Londra e degli incidenti di Torino durante la finale di Champions, il Comune aveva annunciato agli inizi di giugno un rafforzamento delle misure di sicurezza. Fra le novità più rilevanti c’è il Daspo per i venditori abusivi, applicazione del Decreto Minniti sulla sicurezza urbana. Cosa prevede? Non solo il sequestro della merce illegale ma anche l’identificazione dei venditori irregolari. Dopo 3 recidive, la questura può disporre l’allontanamento e persino far scattare l’arresto del venditore abusivo. Per l’applicazione del Daspo, però, bisogna attendere i decreti attuativi dal governo. Così come si aspetta l’entrata in vigore dell’ordinanza che mette al bando la vendita di bevande in bottiglie in vetro sulla Darsena. Intanto la movida illegale prospera, tirando un sospiro di sollievo.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro