Milano, 24 giugno 2014 - Addio Provincia, il futuro è della Città metropolitana. Ieri pomeriggio si è svolta l’ultima seduta dell’assemblea elettiva di Palazzo Isimbardi. Da oggi consiglieri provinciali a casa. La Giunta guidata dal presidente Guido Podestà, invece, resterà in carica ma solo per l’ordinaria amministrazione e a titolo gratuito fino al 31 dicembre 2014. Sì, perché dal 1° gennaio 2015 nascerà ufficialmente la Città metropolitana. Attenzione, però. La formazione dell’esecutivo provinciale da ieri non è più la stessa. Podestà ha attuato un rimpasto di Giunta.

Fuori tre assessori: il presidente ha liquidato senza troppi complimenti Paolo Del Nero (Lavoro e Formazione professionale) e Giovanni De Nicola (Trasporti), mentre Luca Agnelli (Agricoltura) aveva già deciso di lasciare Palazzo Isimbardi per andare a fare l’assessore a Pioltello. Al posto di Del Nero, con le stesse deleghe, entra in Giunta Giuseppe Marzullo, fino a ieri capogruppo del Ncd in Consiglio provinciale. Conquista un posto nell’esecutivo anche Marzio Ferrario, 26 anni, assistente politico di Podestà: per lui Partecipate, Relazioni internazionali e Politiche giovanili. L’ultima new entry è Marilena Ganci, a cui Podestà ha assegnato le deleghe a Comunicazione, Turismo e Idroscalo.

Il resto è la cronaca dell’ultima seduta del Consiglio provinciale che aveva iniziato i suoi lavori il 24 giugno del 2009. I 45 consiglieri eletti cinque anni fa da oggi non hanno più nessun ruolo istituzionale all’interno dell’ente di area vasta. Amarezza e un po’ di rabbia negli interventi in aula di alcuni di loro. Il decreto Delrio che ha archiviato la Provincia per far nascere la Città metropolitana non è piaciuto a quasi nessuno dei consiglieri. Roberto Caputo (Pd) si è detto «commosso» e «con un groppo in gola», mentre Massimo Gatti (Un’altra Provincia) ha annunciato: «Tornerò nella società ittica dove lavoravo prima di fare il consigliere».

Il presidente uscente del Consiglio provinciale Bruno Dapei (FI) ha chiosato così: «Guardiamo avanti, anche se avremmo voluto una riforma diversa. Oggi muore il Consiglio provinciale ma vive la Città metropolitana, che è un’idea ancora da perfezionare. Credo che i cittadini debbano poter votare». Podestà, infine, nel suo intervento si è detto convinto che «Milano avrebbe dovuto avere una legge speciale, invece adesso rimane la preoccupazione per come avverrà la trasformazione dalla Provincia al nuovo ente».