Milano, 17 giugno 2014 - Si torna in aula per la vicenda di Michele Ferrulli, l'uomo morto il 30 giugno 2011 per arresto cardiaco a Milano mentre alcuni agenti di polizia lo stavano ammanettando per strada. Secondo l'avvocato Fabio Anselmo, legale della figlia di Michele Ferrulli, Domenica, parte civile nel processo a carico dei quattro poliziotti imputati per omicidio preterintenzionale e falso in atto pubblico, Ferrulli "'ha subito una tortura'', perché ''e' stato costretto a soffrire cosi' tanto da morire''.

Il legale sostiene che l'uomo ''e' stato picchiato'', e gli agenti hanno agito ''per la volonta' di affermare con la violenza la propria autorita', con un comportamento non tollerabile in seno a un popolo civile''. ''C'e' stato un esercizio della violenza terribile e feroce nei confronti di una persona inerme che chiedeva aiuto perche' stava morendo - ha proseguito Anselmo - e che per questo comportamento ha perso la vita''.

l legale nel corso del suo intervento ha anche fatto proiettare nell'aula della prima Corte d'Assise di Milano i filmati effettuati da alcuni passanti durante l'intervento degli agenti, che dimostrerebbero ''la mancanza di un atteggiamento aggressivo da parte di Ferrulli'' e ''un comportamento da parte dei poliziotti che non e' giustificato neanche dalle regole d'ingaggio delle truppe di pace nelle zone di guerra''.

Presenti in aula, durante l'udienza che proseguira' nel pomeriggio, anche rappresentanti di Amnesty International, Ilaria Cucchi e i parenti di Bernardino Budroni e Riccardo Magherini, morti dopo essere entrati in contatto con le forze dell'ordine. L'avvocato Anselmo ha anche sottolineato che durante il processo i quattro agenti imputati ''hanno avuto un atteggiamento irridente e canzonatorio'' nei confronti delle parti civili e che ''le condoglianze ipocrite sono solo una mancanza di rispetto per il dolore della famiglia''. Il pm Gaetano Ruta nelle scorse udienze aveva chiesto la condanna a sette anni di reclusione per i quattro poliziotti.