Motta Visconti (Milano), 16 giugno 2014 - «Questa non la posso accettare», ripeteva tra le lacrime la madre di Cristina, trovata uccisa con i due figlioletti di 4 anni e diciotto mesi nella loro villetta di via Ungaretti alle due di sabato notte dal marito e padre Carlo Lissi. La povera donna ha perso l’unica figlia e i due nipotini in un modo troppo atroce anche solo da immaginare. Maria Cristina Omes giaceva in un lago di sangue nel soggiorno, e di sopra i corpicini di Giulia, cinque anni ancora da compiere, e del piccolo Gabriele, diciotto mesi. Straziante nel tardo pomeriggio di ieri l’immagine della madre di Cristina, Giuseppina Redaelli. Unico conforto per lei la solidarietà degli amici e il sostegno dei familiari più stretti: la sorella Pierluisa e le cugine Maria Rosa ed Edoarda. «Sono lassù al Decio», le uniche parole di consolazione, pensando al padre di Cristina, morto sei anni fa, pochi mesi dopo il matrimonio della figlia con Carlo Lissi.


Intollerabile il pensiero che il marito e padre dei bambini possa essere coinvolto nella strage. «Non riusciamo a capire - dice la cugina di mamma Pina, Maria Rosa Redaelli - Vogliamo assolutamente escludere qualsiasi ipotesi che non sia quella della rapina. Il sabato mia cugina Pina si occupava dei bambini, mentre i genitori andavano a fare qualche giro. Proprio oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) era prevista una riunione di famiglia per festeggiare il mio compleanno. Era giovedì il giorno giusto, Cristina se n’era dimenticata e si era molto scusata».

Mai nessun sentore di ombre o dubbi sul rapporto tra lei e il marito da parte dei familiari, che vogliono credere si sia trattato di una rapina finita in tragedia. Tutto il paese ha il fiato sospeso. A ore si aspetta la svolta su questa strage. Ciò che si sa al momento sono pochi fatti. Quanto emerge dalle testimonianze dei vicini e dal racconto del trentunenne Carlo Lissi. Sabato sera dalla villetta alcuni vicini hanno sentito provenire delle grida di donna intorno alle 23. Poi silenzio. Verso le 23.30 Carlo è uscito di casa e ha raggiunto un gruppo di amici per guardare insieme la partita Italia-Inghilterra a casa di uno di loro. Ha fatto rientro alle 2 di notte, dice di aver trovato solo allora i corpi della moglie e dei figlioletti. Alle 2.10 le chiamate ai carabinieri e al 118, che invia un’ambulanza della Croce Bianca di Binasco. Poi l’arrivo del procuratore di Pavia Gustavo Adolfo Cioppa.

Cristina era conosciuta e amata in tutto il paese. Svolgeva attività all’oratorio e nel gruppo teatrale. Era volontaria nella Croce Rossa. A ricordarlo è un’amica di famiglia, che per questioni riservatezza non vuole rivelare la propria identità. «Conoscevo bene Cristina, insieme frequentavamo l’oratorio San Luigi. Fin da ragazza cantava nella corale della parrocchia e faceva parte del gruppo che organizza gli spettacoli di teatro. Era una ragazza solare, sempre impegnata nelle iniziative di volontariato, come nelle feste del rione San Rocchino. Le nostre famiglie erano molto unite e qualche volta facevamo insieme qualche gita al mare. Perciò non so spiegarmi chi possa aver ucciso una persona così buona». Nessun dubbio neanche sul marito di Cristina, Carlo Lissi. «Erano una famiglia felice e alle feste di compleanno Carlo giocava sempre con i bambini. È un ragazzo d’oro».