di Mario Consani

Milano, 11 maggio 2014 - Avrebbero truffato per quasi 80 milioni di euro le casse di previdenza di medici, ragionieri, giornalisti e imbrogliato perfino una banca, la Cassa di risparmio di Ferrara per 17 milioni. Per contro, almeno 5 degli oltre 100 milioni che sono accusati di aver distratto dalla loro società in crisi, avrebbero finanziato il mega-progetto di enciclopedia online curato dal volto televisivo ed ex conduttore di Mtv Andrea Pezzi (che non è indagato).

La variegata attività finanziaria dei fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e del figlio di quest’ultimo, Luca, famiglia che ha avuto un ruolo da protagonista in numerose vicende finanziarie degli ultimi cinquant’anni — dalla Banca Privata Italiana di Michele Sindona alla Bpi di Gianpiero Fiorani fino alla Lehman Brothers — si è bloccata ieri mattina al momento dell’arresto nell’ambito dell’inchiesta sulla holding di famiglia Sopaf, storica finanziaria fondata nell’80, poi quotata anche in Borsa e in regime di concordato preventivo dal febbraio 2013. La Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato 65 immobili, per lo più in centro città, riconducibili agli indagati — una decina oltre agli arrestati — villette, auto e oltre 250 rapporti bancari.

Per portare all’estero i soldi delle appropriazioni indebite, i Magnoni si sarebbero avvalsi «di gruppi criminali organizzati» tra Italia e Austria, Svizzera e Madeira, Lussemburgo e Isole Bermuda, fino alle Mauritius, con l’aiuto di personaggi dediti «a operazioni di riciclaggio-occultamento di denaro di provenienza illecita, attraverso strutture professionali e finanziarie collegate». Tra gli arrestati Andrea Toschi, ad della controllata Adenium Spa, il direttore finanziario del gruppo Alberto Ciaperoni e il dominus della Hps Gianluca Selvi. Secondo gli inquirenti, Adenium avrebbe sottoscritto titoli per 52 milioni gestiti dalla società Hps di Selvi prelevati dalla cassa di previdenza dei ragionieri.

I soldi sarebbero stati trasferiti tramite società offshore su conti bancari alle isole Bermuda e Mauritius e poi rientrati in Italia a disposizione di alcuni degli arrestati. Diverso il meccanismo con cui sarebbero stati truffati gli enti di previdenza dei medici (Enpam) e dei giornalisti (Inpgi). La Sopaf, che gestiva parte del patrimonio dei due istituti, avrebbe acquistato quote del Fondo immobili pubblici e li avrebbe rivenduti dopo alcuni giorni a Inpgi ed Enpam realizzando un notevole profitto illecito.