Milano, 1 maggio 2014 - Più lavoro, più Europa, più solidarietà. Sindacati in piazza, oggi, con questo slogan per il tradizionale corteo del Primo Maggio, festa dei lavoratori. Appuntamento alle 9 da Porta Venezia, conclusione in piazza della Scala, con gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Graziano Gorla, Danilo Galvagni e Danilo Margaritella. E se Galvagni parla di «un Primo Maggio di speranza, perchè tra un anno aprirà i battenti Expo Milano 2015 e si parla di quasi 200 mila posti di lavoro nell’indotto», anche Gorla invita a non lasciarsi prendere dallo sconforto e a riscoprire l’importanza di questa Festa come «occasione di forte unità fra i lavoratori».

Certo i dati che riguardano Milano (area metropolitana) non sono certo entusiasmanti: dal 2007 al 2013 la metropoli ha perso 300mila posti di lavoro, la disoccupazione è al 7,8% e ci sono potenzialmente 43 mila persone che non studiano, non lavorano ma cercano attivamente un’occupazione e 27 mila «sfiduciati», ossia cittadini che non studiano, non lavorano e non cercano un posto.

Graziano Gorla, ha ancora senso la Festa del Primo Maggio, con una crisi che ha portato al crollo dei consumi, delle attività commerciali e dell’occupazione?
«Sì, non è ancora da rottamare. Anche se celebriamo la festa della disoccupazione e avremmo voluto invece certificare un’inversione di tendenza che a Milano ancora non c’è. Ma oggi, più che mai, non dobbiamo abbassare la guardia. La Festa del Primo Maggio ci serve per riflettere sui temi del lavoro e anche sulle difficoltà di chi lo cerca e di chi sta facendo i salti mortali per mantenerlo. Ma è anche un’occasione per noi, parti sociali, di ribadire l’unità sindacale...sfiliamo assieme, e così pure i regionali, che sono a Malpensa, con lo slogan “Torniamo a volare” per riaccendere attenzione sul riordino del sistema aeroportuale lombardo. E dal palco non parleremo certo di noi».

E di chi?
«Daremo voce ai delegati delle categorie dell’edilizia, dei metalmeccanici, del commercio, del pubblico impiego, dei trasporti e dei pensionati. Tutti settori martoriati dalla crisi. Sono centinaia le famiglie che non arrivano a fine mese».

Poi?
«Dal palco, a intervallare gli interventi, ci sarà il gruppo musicale “Settegrani”. E nel pomeriggio i festeggiamenti si spostano nel teatro Elfo Puccini con uno spettacolo, gratuito, di Elio De Capitani e Renato Sarti».

Oltre al lavoro chiedete anche più Europa e solidarietà...
«L’Europa che vogliamo è quella dei Popoli che abbandonando le politiche restrittive si occupi di creare lavoro. Più espansiva, più inclusiva. Quanto alla solidarietà, è necessario che nessuno resti indietro, in questa crisi».

E Milano che può fare?
«Dobbiamo riconoscere che il Comune di Milano è stato uno dei pochi che, rispetto alle sue aziende pubbliche, ha mantenuto un livello alto di occupazione. Ma da solo non può creare lavoro, serve una sinergia fra i vari soggetti, le istituzioni, in primis il Governo».

Consigli?
«Milano ha tante risorse, partirei con il rendere maggiormente attrattivo il sistema universitario con la creazione di campus».