Milano, 24 aprile 2014 - «Ho firmato». Il gong è suonato. Alle sette di sera parte il conto alla rovescia, la clessidra dell’espiazione della pena, l’affidamento ai servizi sociali a saldo della condanna definitiva a un anno (su quattro tre sono stati condonati dall’indulto) per la frode fiscale Mediaset. Silvio Berlusconi, pallore e sorriso fisso, lo sguardo circolare che sopravvive all’assalto abominevole di fotografi e cineoperatori, protetto a fatica da agenti digos e celerini, conquista l’Audi blindata. «Sono stato assegnato ai servizi sociali, non imprigionato da fotografi e cineoperatori...» prova a scherzare nella bolgia. «Ho firmato le disposizioni... Comincerò la settimana prossima» risponde alle domande urlate. Già lunedì nell’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone? Non replica. Teme per la campagna elettorale? «Spero di no, spero di no». Sale, si dilegua. È finita.

Il rito, iniziato alle cinque e mezzo del pomeriggio, è concluso: sono le sette e un quarto di sera. La pena, sia pure soft, iniziata, e forse già da lunedì. Il passaggio di ieri era obbligatorio: disegnato con l’affidamento ai servizi sociali concesso dal Tribunale di sorveglianza di Milano, otto giorni fa, il 15 aprile. Qui, in uno scorcio di palazzi e strade semipedonalizzate, tra piazza Venino 1 e via Numa Pompilio 14, due ingressi, due uscite. Collocazione logistica disagevole, per una fuga. E mai così vicino a San Vittore, deve essere arrivato l’ex premier condannato. Un groviglio di viuzze, posti di polizia, l’aula bunker, il carcere di piazza Filangieri. E, nel palazzo anonimo zeppo di appartamenti civili, l’Uepe, l’ufficio esecuzione penale esterna, da ora il punto di riferimento per l’ex Cav, cui rivolgersi per ogni istanza, cui sottoporsi per verifiche e colloqui cadenzati, uno al mese.

È rimasto aperto dopo l’orario di chiusura (ore 16,30) per lui, l’Uepe: il dirigente Severina Panarello, un funzionario, un agente di polizia penitenziaria. Un ingresso corredato da un graffito insolito per un muro di Milano: polizia uguale democrazia. Silvio arriva accompagnato dall’avvocato Niccolò Ghedini e l’assalto di foto e urla è domato a malapena dagli agenti in borghese. Che chiedono rinforzi, e così scendono in piazza i celerini. Berlusconi intanto è nell’ufficio del primo piano con il dirigente, prende visione e firma le ormai note disposizioni del Tribunale di sorveglianza. L’«attività riparatoria» alla Sacra Famiglia dalla prossima settimana: almeno quattro ore di animazione, di intrattenimento e di socializzazione con anziani e lungodegenti, in un giorno da concordare di volta in volta con la Fondazione. Le prescrizioni ulteriori: Arcore dal venerdì al lunedì compresi; Roma, via del Plebiscito, dal martedì al giovedì entro le 23; mai fuori di casa prima delle 6 sempre dentro entro le 23. Sono obblighi, non suggerimenti. Mentre un suggerimento è la continenza: nelle parole sui giudici. Il diritto di critica ammesso, gli insulti no.

Marinella Rossi