Milano, 22 aprile 2014 - E siamo a quota sei. Il pacchetto di opere in arrivo dal Festival di Salisburgo diventa ogni giorno più ingombrante: dalle ulteriori verifiche alla Scala sull’operato del consulente tecnico Alexander Pereira sarebbe emerso l’acquisto di altri due allestimenti dalla rassegna che lui stesso dirigerà fino alla prossima estate. Prima cioè di entrare ufficialmente in carica come nuovo sovrintendente del Piermarini al posto del francese Stéphane Lissner.

Finora si sapeva di quattro spettacoli di fatto acquisiti con una lettera d’intenti su carta intestata della Fondazione controfirmata dalla presidentessa dell’istituzione d’Oltralpe, Helga Rabl-Stadler: nell’elenco ci sono il Falstaff di Damiano Michieletto (130mila euro), i Maestri Cantori di Norimberga di Stefan Herheim (costi condivisi pure con Opéra di Parigi e Metropolitan Opera House di New York), il Lucio Silla di Marshall Pynovski (10% nella partnership tra Salisburgo e Mozarteum) e il Don Carlos di Peter Stein, con una ripartizione di costi e ricavi sull’asse Austria-Italia che prevede percentuali 75%-25% per un esborso di 250mila euro.

In tutto: 690mila euro. Ora, però, spuntano altre due rappresentazioni per l’Accademia della Scala, la fucina di talenti dell’ente lirico-sinfonico: si tratta della Cenerentola di Gioacchino Rossini per il 2014 e del Ratto dal serraglio di Wolfgang Amadeus Mozart per il 2015. L’allestimento ispirato alla celebre fiaba di Charles Perrault salirà alla ribalta nel prossimo autunno: il progetto di Pereira prevede un tour in una ventina di città della Lombardia, anche se l’imponenza della produzione (una quindicina gli strumenti coinvolti) potrebbe richiedere la presenza di musicisti e cantanti da Salisburgo per dare un supporto ai baby artisti dell’Accademia.

Inutile dire che pure in questo caso Lissner non era a conoscenza dell’iniziativa. Così come ignorava le numerose modifiche al cartellone della stagione in corso: dalla sostituzione del balletto «Lo Schiaccianoci» sulle coreografie di Rudolf Nureyev con uno comprato al Bolshoi di Mosca (con azzeramento del margine contributivo e ulteriore spesa di 600mila euro) al Werther in forma di concerto con possibile ritorno alla Scala del tenore Roberto Alagna, senza dimenticare l’esibizione dell’Orchestra Filarmonica di Vienna, ensemble meglio conosciuta come Wiener Philharmoniker.

Ma ci sono ulteriori trattative in corso, sempre con Salisburgo, per altre tre-quattro opere: dal Finale di partita di Gyorgy Kurtag (che Pereira vorrebbe mettere in scena il 31 ottobre 2015) al Cavaliere della rosa, dal Trovatore a Charlotte Salomon. Tutti affari sub judice a dir la verità (idem per alcuni contratti di cantanti non ancora sottoscritti da Lissner), in attesa del verdetto del Consiglio d’amministrazione sul futuro del manager: nei prossimi giorni, il board invierà al Ministero dei Beni culturali, cui spetta la decisione finale sulla nomina, una relazione con i documenti prodotti da Pereira. Ultima indiscrezione: pare che l’Aida di Stein, annunciata dall’austriaco per l’Expo 2015, non sarà prodotta a Milano ma a Mosca.

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