San Giovanni in Croce (Cremona), 20 aprile 2014 - Per anni è stata saccheggiata, spogliata, svuotata di qualunque cosa fosse materialmente asportabile. Alla faccia della più celebre abitatrice della dimora: Cecilia Gallerani, sposa del feudatario locale conte Ludovico Carminati de’ Brambilla e amante del ben più potente Ludovico il Moro, ma soprattutto modella di Leonardo da Vinci. È lei la Dama con l’ermellino, dipinta dal genio leonardesco fra il 1489 e il 1490.

La fatalissima Cecilia visse qui, nella quiete di San Giovanni in Croce, fra il 1473 e il 1536, dedicandosi ai suoi amori, studiando il latino, scrivendo versi andati perduti, ricevendo artisti e letterati. Con la sua presenza il complesso, nato nel ‘400 come fortilizio, si trasformò in splendida residenza.

Ora la rinascita. Il primo maggio sarà inaugurata la “nuova” Villa e due giorni dopo potranno iniziare le visite. Nel 2005 il Comune di San Giovanni in Croce diventa proprietario del complesso, acquistato per un milione e mezzo di euro grazie al contributo della Fondazione Cariplo. Ai primi che ci entrano si presenta uno scenario desolante. La Villa è stata depredata di tutto. Nei saloni, nelle stanze è vuoto pneumatico.

Sono stati rubati persino i pilastrini della balconata, i corrimano in ferro battuto della scala, i caminetti. All’interno cresce addirittura una pianta. Si stanno verificando crolli in sequenza, gli esperti prevedono ancora un paio d’anni prima della rovina definitiva. San Giovanni Croce è una piccola comunità di 1.900 abitanti, le casse comunali sono ricche in proporzione.

L’amministrazione si rivolge a Fondazione Cariplo, Regione e al Gal (Gruppo di azione locale) Oglio Po. Fondazione Cariplo provvede al recupero della coperture. Con 3 milioni di euro venuti dall’8 x1000 della dichiarazione dei redditi si può passare all’intervento più cospicuo, il restauro e il consolidamento statico dell’edificio. Vengono sistemate tutte le pareti esterne, serramenti compresi, arrivano acqua, corrente elettrica, riscaldamento. Nel giardino si restaurano la pagoda e il tempio di Flora.

Madonna Cecilia, da immaginare ambiziosa quanto bella, ha di che essere soddisfatta. La sua prestigiosa magione è rinata. Con un contributo della Fondazione Comunitaria sono stati formati quattordici giovani accompagnatori per le visite guidate.

A San Giovanni in Croce sperano che con l’aiuto della Dama il turismo scopra anche il paese. Gli itinerari culturali, descritti in un opuscolo, sono interessanti: si va dalla chiesa di epoca longobarda di San Zavedro, all’oratorio secentesco della Santissima Trinità al polittico del ‘500 nella chiesa parrocchiale. Al piccolo giubileo del primo maggio, alle nove di sera spettacolo di suoni e luci, buffet in piazza, mancherà lei, la padrona di casa. Il quadro originale della Dama con l’ermellino è lontano, nel Museo di Cracovia. “Per ospitarlo in Italia - dice con passione Pierguido Asinari, sindaco di San Giovanni in Croce - è necessario un milione di euro. Lanciamo un appello a tutti quelli, banche e privati, che possono aiutarci a realizzare un grande sogno”.