Milano, 16 aprile 2014 Un ritorno alle origini, agli anni verdi. Animatore e intrattenitore: ma dalle navi di crociera e i piano bar il destino lo porta a ricreare persone anziane o disabili. C’è un destino, nell’ordinanza con cui il Tribunale di sorveglianza di Milano concede a Silvio Berlusconi l’affidamento ai servizi sociali nella Onlus Sacra Famiglia di Cesano Boscone - di solida ispirazione cristiana e fondata sulle spalle di ben 100 suore - come espiazione della pena a un anno di reclusione per la frode fiscale Mediaset. Ed è un destino che all’ex premier non dispiacerà, visto che lui stesso si era proposto per un volontariato di genere.

«In riferimento al progetto riparatorio proposto da Caritas Ambrosiana», che «verrà concordato con l’Uepe» (l’ufficio esecuzione penale esterna) che con la Caritas ha una convenzione, questo «dovrà essere circoscritto ad attività sociali e animative, ricreative e relazionali, espressive e culturali...». Certo non escludendo, compatibilmente «con le condizioni di salute» del condannato, un’attività di assistenza più diretta. Mentre liquidato in tre righe, è il no che il collegio esprime al progetto alternativo ma ancora in fieri proposto dalla difesa Berlusconi, nelle pertinenze della sua villa di Macherio e su cui il pg Antonio Lamanna si era espresso negativamente. «Lo svolgimento di attività di volontariato, all’interno di un centro di ippoterapia» di proprietà berlsuconiana, «vanifica il significato del trattamento che il tribunale intende adottare».

La decisione, presa subito dopo l’udienza del 10 aprile, è notficata alle parti alle 12,15 di ieri. Dieci pagine: il presidente Pasquale Nobile de Santis, il giudice relatore Beatrice Crosti, e le due esperte di Sociologia e Criminologia, ordinano la Fondazione Sacra Famiglia come luogo dove Berlusconi «almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive» dovrà fare il volontario animatore.
Fatto salvo questo piccolo impegno di mezza giornata, salva va anche la libertà dell’ex premier di fare politica, che il tribunale concede a priori, consentendo la permanenza, da martedì a giovedì compresi, a Roma. Il week end, a parte Cesano Boscone che sta a 30 km da Arcore, è a Villa San Martino, da cui l’ex Cav potrà uscire dopo le 6 del mattino e rientrarvi per le 23. Ogni eventuale altra esigenza o uscita dai confini lombardi dovrà essere concordata con l’Uepe. Tra dieci giorni da ieri, Berlusconi prenderà contatti con l’Ufficio esecuzione, per stabilire giorni e ore di volontariato, un minimo di 46 visite all’ospizio, fino all’espiazione della pena, che, in caso di buona condotta, sarà di effettivi 10 mesi e 15 giorni. Nel frattempo resta integra l’interdizione dai pubblici uffici di due anni, divenuta esecutiva in marzo e che non si estingue con l’espiazione ai servizi sociali.

Nell’accordare a Silvio l’affidamento, il tribuanle riflette sullo sforzo «a riadattare la misura alternativa della detenzione in orgine pensata dal legislatore per soggetti socialmente disadattati», e ora dedicata anche a «colletti bianchi, che in ragione dello stato sociale e di una fitta e attiva rete di relazioni ai più alti livelli, si sono resi responsabili di reati di natura economica». Posta la loro pericolosità sociale, nel caso di Silvio, l’accettazione della sentenza passa «attraverso il risarcimento» all’erario e «alla disponibilità a svolgere attività rieducativa»: segno di una «scemata pericolosità sociale» e «di volontà di recupero dei valori morali perseguiti dall’ordinamento». E le «recenti esternazioni pubbliche del condannato nei confronti dei magistrati, offensive, e che dimostrano spregio nei confronti di questo ordine giudiziario, potrebbero inficiare quegli indici di resipiscenza laddove se reiterati in epoca successiva alla concessione di questo provvedimento». Il tribunale di sorveglianza mette una pietra sul passato, per il futuro è consigliata viva prudenza.

di Marinella Rossi