Milano, 12 aprile 2014 - «Non essere amati è una semplice sfortuna: la vera disgrazia è non amare»: una frase di Albert Camus ispira i 56 volontari della Ronda Carità e Solidarietà, associazione che stamani ha inaugurato il «Punto Ronda», già attivo da qualche mese in via Picozzi 21, al Casoretto. Donato da un munifico cittadino, il capannone di 400 metri quadrati, una volta usato per spot pubblicitari, è un centro diurno d’accoglienza di secondo livello per senza dimora segnalati dai servizi sociali. Dalle 9 alle 17 sarà aperto per le necessità di un senzatetto: farsi una doccia, un pasto caldo, lavare i panni, ricaricare il telefonino o stare con qualcuno disposto ad ascoltare.

All'inaugurazione era presente anche Giuliano Pisapia: "Milano e' ancora molto solidale e questo luogo è un dono alla città - ha detto il sindaco -, servono più luoghi d'aiuto. Sono un progresso verso la rivolta morale contro la povertà. Ogni gesto per ridare dignità alle persone che l'hanno persa e' qualcosa di prezioso"

Lo stesso Punto Ronda rappresenta un passo avanti nell’attività dell’associazione, impegnata dal 1998 a distribuire pasti (20mila all’anno), bevande e coperte ai senzatetto, raggiungendo anche i più isolati o scontrosi. Non ha posti letto, ma fornisce ascolto psicologico e consulenza per tornare al lavoro e nella vita sociale. Sono 15 le persone che lo frequentano, tra cui sette donne.

«Il senzatetto viene inserito in un percorso educativo: impegnandosi a gestire in prima persona la vita della comunità impara nuovamente le regole della socialità e del vivere in casa. Anche facendo cose semplici come apparecchiare una tavola, mangiare in compagnia o giocare a carte», spiega Silvia Nidasio, membro dell’associazione. «La povertà più grave è quella delle relazioni. Intorno alle persone che aiutiamo c’è un vuoto impressionante di solitudine», aggiunge Magda Baietta, 63 anni, presidente dell’associazione che ha fondato nel 1998.

Con il Punto Ronda coronerà un lavoro di 16 anni: «Non ho mai voluto, sin dal primo giorno, che la nostra attività si riducesse a un mero assistenzialismo: il “dare” come palliativo fa più male che bene e lascia il clochard nella sua condizione». In due mesi il Punto Ronda ha già aiutato tre persone a tornare a lavoro: un cuoco italiano che conosceva quattro lingue ha trovato un ristorante a Francoforte, una badante peruviana accolta da una famiglia a Como; un giovane muratore romeno è impiegato in Toscana.

«Con la crisi sono tanti i 50enni che perdono l’impiego e magari non hanno mai usato un pc - spiega Baietta -. Sono tagliati fuori: li aiutiamo a compilare un Cv e poi a inviarlo via email». L’inserimento avviene su colloqui rivolti a soggetti i cui bisogni primari di riparo notturno e alimentazione sono già soddisfatti, perché inseriti in una rete d’assistenza integrata. Fino a oggi i colloqui conoscitivi si tenevano in un bar nella stazione Garibaldi, il giovedì mattina.

Naturalmente le ronde non smetteranno di ritrovarsi lunedì e mercoledì alle 21 dietro il Duomo; martedì e venerdì dalla stazione Garibaldi. «I motivi dell’emarginazione sono una separazione, la perdita del lavoro: l’importante è non arrivare quando c’è già una malattia psichica è subentrata al disagio». Oggi, dunque, la presentazione ufficiale del centro diurno, con una mostra fotografica sull’emarginazione: «Sono soddisfatta - spiega commossa Baietta -, non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto, solo grazie all’amore per gli ultimi». Per diventare volontario è possibile scaricare il modulo da www.rondacaritamilano.it o telefonare allo 02/45863842.