Milano, 10 aprile 2014 - Attacchi ai magistrati «con sole finalità politiche ed elettorali», e non mossi da animosità diretta e personale verso i giudici. Parrà clamoroso, se detto da Silvio Berlusconi. Che lo scrive, a poche ore dall’udienza (oggi alle 17 e alla quale non presenzierà) davanti al Tribunale di sorveglianza che dovrà decidere le sue sorti di condannato definitivo a un anno di reclusione, e così segnando un cambio di rotta, almeno per senso di opportunità. Il nuovo itinerario è tracciato in dieci pagine di memoria, che i difensori dell’ex premier hanno depositato lunedì agli atti del fascicolo al vaglio dei due giudici, Pasquale Nobile de Santis e Beatrice Crosti, di due professori della Statale (Federica Brunelli e Livia Guidali), oltre che del sostituto pg Antonio Lamanna.

E, per la prima volta, l’ex premier indica anche un luogo, dove svolgere la sua attività socialmente utile, in risposta e in alternativa a quello che, in assenza di indicazioni date finora dal condannato, aveva prescritto in una relazione l’Uepe, l’Ufficio di esecuzione penale esterna: e cioè una casa di cura e riabilitazione per anziani e disabili nel Milanese, dove prestare volontariato mezza giornata alla settimana.

La contromossa, dentro il dossier degli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini, è un ulteriore piccolo ma eclatante cambio di rotta, perché Berlusconi, indicando altro luogo, accetta implicitamente il senso dell’affidamento dei servizi sociali, come percorso di recupero. L’ex premier chiede di svolgere il suo lavoro in una cascina dell’hinterland di Milano, di prossima apertura, e destinata a persone con disabilità fisiche e mentali che, si legge «rinunciano a qualsiasi aiuto terapeutico ospedalizzato». Il ruolo dell’ex Cav sarebbe dunque «motivazionale», di intrattenitore, per sviluppare, con terapie all’aria aperta, «nuovi stimoli» su «soggetti rassegnati alle proprie disabilità».

La memoria non contiene indicazioni specifiche su quando e come prestare questo servizio, ed è difficile intuire quanto possa pesare, nella decisione dei giudici (entro cinque giorni da oggi), il fatto che il progetto non sia ancora decollato.

L’istanza dei legali ribadisce così la richiesta dell’affidamento ai servizi sociali, già presentata in ottobre (in subordine c’è anche richiesta dei domiciliari), in considerazione del fatto che il condannato sarebbe un cittadino responsabile, che ha risarcito l’erario, ottemperando alle statuizioni civili comprese nella condanna definitiva Mediaset. E non passa inosservato il riferimento fatto agli attacchi alla magistratura (una connotazione negativa della persona sarebbe ostativa al beneficio dei servizi sociali): dichiarazioni, dice il nuovo Berlusconi, con sole «finalità politiche, e rivolte al suo elettorato». Nulla di personale.