Milano, 10 aprile 2014 - L'alimentazione sempre più al centro degli studi sulla prevenzione del cancro. L’ultima scoperta arriva da Milano: una dieta ricca di grassi saturi aumenta il rischio di tumore al seno e il rischio è più elevato nelle donne che sviluppano tumori della mammella ormono-dipendenti. Lo attesta uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori, guidati da Sabina Sieri della struttura di Epidemiologia e Prevenzione del Dipartimento di Medicina Predittiva e Preventiva.

La ricerca ha riguardato per 11 anni più di 10.000 donne che hanno sviluppato il tumore al seno tra le oltre 300.000 volontarie provenienti da dieci Paesi europei partecipanti al progetto europeo Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).

Il maggior rischio di sviluppare un tumore al seno per chi consuma elevate quantità di grassi saturi è del 14% ma considerando i sottotipi tumorali aumenta del 28% e del 29% nelle donne che sviluppano tumori della mammella con recettori positivi per gli estrogeni e per il progesterone e con recettori negativi per il fattore di crescita dell’epidermide.

L’ipotesi di una relazione tra consumo di grassi e tumore al seno risale addirittura agli anni Settanta, quando si osservò che nei Paesi a maggior consumo pro capite di grassi era molto più alta l’incidenza della malattia. Per decenni gli studi epidemiologici sull’argomento hanno dato però risultati contrastanti.

Il nuovo studio, pubblicato, sulla rivista scientifica Journal of National Cancer Institute, risolve ora molte delle controversie e fa luce sui possibili meccanismi dell’aumentato rischio: sono i grassi saturi da fonti animali i principali responsabili e non come si credeva, ad esempio, gli oli vegetali; l’aumento di rischio riguarda soprattutto i sottotipi di tumore al seno che rispondono a terapie ormonali.

I risultati supportano quindi l’ipotesi che una dieta ad alto contenuto di grassi aumenti i livelli di estrogeni e pertanto stimoli maggiormente lo sviluppo di tumori ormono-dipendenti. «Questo lavoro - commenta Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori - dimostra l’importanza strategica degli studi epidemiologici, investendo sui quali si ottengono risultati rilevanti non solo per la definizione di corretti stili di vita ma anche per la comprensione dei meccanismi di insorgenza dei tumori, come in questo caso per un sottotipo di tumore al seno».

Il suggerimento degli esperti è dunque quello di ridurre il consumo di grassi saturi che provengono in gran parte da carni e latticini. Per intenderci, in una dieta equilibrata i grassi saturi non devono superare il 10% delle calorie giornaliere.
enrico.fovanna@ilgiorno.net