Milano, 6 aprile 2014 - Il conto alla rovescia parte adesso e terminerà il primo gennaio 2015. Tra meno di nove mesi entrerà in vigore la «rivoluzione» degli enti territoriali così come uscita dalla Camera con l’approvazione definitiva, due giorni fa, del disegno di legge Delrio. Addio Province, avanti con gli «enti territoriali di area vasta» e, in dieci zone, con le Città metropolitane. Dopo Roma Capitale, Milano sarà quella più popolosa con i suoi 3 milioni e 75mila abitanti. Cosa cambierà dopo che gli uffici di Palazzo Isimbardi andranno in pensione? Molto dipende dallo Statuto di cui ogni ente dovrà dotarsi, che verrà elaborato dal consiglio metropolitano e deliberato dalla conferenza metropolitana.

L’organizzazione però è già delineata: non ci saranno elezioni, le diverse figure saranno ricoperte da sindaci e consiglieri dei Comuni del territorio. In particolare, il sindaco metropolitano sarà lo stesso della città principale (in realtà potrà essere eletto ma solo previa istituzione di un’apposita legge). Il primo cittadino di Milano, dunque, guiderà il nuovo ente senza ulteriori indennità. Non ci sarà una giunta di governo: accanto al sindaco lavoreranno un consiglio metropolitano, composto da 24 persone elette dai sindaci e dai consiglieri comunali, e una conferenza composta dai sindaci dei Comuni. Il primo organo, di indirizzo e controllo, approverà regolamenti, piani e programmi; il secondo delibererà sullo statuto e le sue modifiche. I tempi: a Milano comincia dalla prossima settimana l’iter attuativo con la nomina della conferenza statutaria che dovrà predisporre lo Statuto entro il 30 settembre.

Le competenze. La Città metropolitana, che eredita i passivi e gli attivi (entrate incluse) della Provincia cui succede, erediterà anche le sue competenze. In particolare avrà voce in capitolo su tutti quei temi che coinvolgono il territorio anche al di là dei confini municipali: adozione del piano strategico triennale del territorio metropolitano; pianificazione territoriale, comprese le infrastrutture; strutturazione della gestione dei servizi pubblici; trasporti pubblici e viabilità; edilizia scolastica. Non solo: dovrà promuovere anche lo sviluppo economico e sociale del territorio.

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