Milano, 13 marzo 2014 - Il Milan risponderà all’avviso pubblico lanciato il 14 febbraio dalla società Arexpo per trovare operatori interessati a costruire uno stadio sul versante orientale delle aree fino al 31 ottobre del 2015 destinate ad ospitare i padiglioni dell’Esposizione Universale di Milano. L’avviso pubblico resterà aperto solo fino alle 12.30 di lunedì 17 marzo. Salvo sorprese il club rossonero sfrutterà proprio i prossimi giorni (QUI L'UFFICIALITA') per formalizzare il proprio interesse al progetto. Azzardato, però, concepire quest’ulteriore atto della società di via Aldo Rossi come un passo in avanti verso la realizzazione di un nuovo San Siro tutto rossonero. E non solo perché l’avviso pubblico non è in alcun modo vincolante per le sorti del sito Expo.

Ma anche e soprattutto perché tra i desiderata del «club più titolato al mondo» e i dettami del bando, pure oggetto di divergenze tra i due soci forti di Arexpo (Comune e Regione), restano distanze significative. Detto altrimenti: il Milan non si discosterà dalla lettera inviata alla stessa Arexpo già a novembre, non fosse per alcune stime sulle dimensioni del nuovo impianto. L’impressione è che i rossoneri stiano comunque portando avanti il confronto sulle aree di Rho-Pero, sebbene ne siano state individuate anche altre adatte ad ospitare uno stadio, perché solo su quelle aree si è avviato l’iter per la realizzazione di funzioni nuove. Un dato di fatto, questo, che induce la società a non defilarsi nonostante stia prendendo quota la consapevolezza che sarebbe meglio costruire l’impianto all’interno della città. Sulle aree del Trotter, ad esempio. Meglio andare con ordine, però.

L’avviso pubblico lanciato da Arexpo fa riferimento ad uno stadio corredato da spazi commerciali che sia però multifunzionale, capace di ospitare non solo partite di calcio ma anche «altre attività ludiche e sportive». Lo stesso avviso prescrive poi a chi vi partecipi di indicare, oltre alle superfici da destinare allo stadio, anche le superfici che si intende destinare ad eventuali altri impianti sportivi e a quel grande parco urbano che per volontà del Comune dovrà essere il lascito di Expo alla città. Arexpo specifica, infine, di voler inserire il bando pubblico per lo stadio all’interno di un bando più ampio che riguardi la riconversione dell’intero sito espositivo. Tre paletti, questi, che il Milan non ritiene di dover osservare. Nella manifestazione di interesse inviata a novembre, la società rossonera faceva esplicito riferimento ad uno stadio tutto per il calcio che ospiti sì eventi di altro tipo ma sotto la regia di via Aldo Rossi.

La stessa società, in quella lettera, non prendeva in esame alcun tipo di partecipazione alla realizzazione o alla manutenzione del parco. E, anche per una ragione di tempi, non si prevedeva la partecipazione ad un bando che riguardasse tutto il milione di metri quadrati sui quali si estende l’area Expo. Che succederà ora? Il Milan risponderà all’avviso pubblico semplicemente ribadendo il suo progetto originario e, di nuovo, senza far riferimento ai già esposti vincoli contenuti nello stesso avviso. Unica novità: sulla scorta di alcuni casi di studio, la società sta valutando un ridimensionamento del nuovo stadio. Capienza sui 45mila posti, non 60mila. Su un’area che sia grande al massimo 120mila metri quadrati. Una metratura finora richiesta, invece, come metratura minima.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net