Milano, 12 marzo 2014 - I Pm di Milano Tiziana Siciliano e Grazia Pradella hanno chiesto la condanna all’ergastolo per Pier Paolo Brega Massone e il suo collaboratore Fabio Presicci per le operazioni “inutili e dannose” all’istituto Santa Rita di Milano, ribattezzato ‘clinica degli orrori’. I due imputati sono accusati di 4 omicidi volontari e di 45 lesioni.   Al termine di una lunga requisitoria che ha occupato due udienze, e’ stato il pm Pradella a chiedere ai giudici della Corte d’Assise la condanna dell’ex primario del reparto di chirurgia toracica, Pier Paolo Brega Massone, all’ergastolo e all’isolamento diurno per due anni e sei mesi. Carcere a vita e un anno di isolamento diurno e’ stata la pena sollecitata per il suo collaboratore Fabio Presicci. A entrambi sono state negate le attenuanti generiche che invece il pm ha chiesto per un altro collaboratore di Brega, Marco Pansera, per il quale la rappresentante della pubblica accusa ha sollecitato la condanna a 18 anni. Infine, sono state chieste per altri quattro imputati pene comprese tra un anno e due anni e due mesi di carcere. 

Nel corso della sua requisitoria, il pm Grazia Pradella ha affermato che il chirurgo Pier Paolo Brega Massone si è reso autore di “mutilazioni su malati terminali” in alcuni suoi interventi alla clinica Santa Rita. “Se e’ inaccettabile operare per soldi gente che non ha bisogno di essere operata - ha detto - lo è ancor di piu’ farlo su persone che sono in condizioni generali molto compromesse”. Brega, arrestato nel giugno 2008 e gia’ condannato in appello in un primo filone dell’inchiesta a 15 anni e mezzo, e’ accusato in questo secondo processo di 4 omicidi aggravati dalla crudelta’ e dall’aver commesso il fatto per assicurarsi i rimborsi ottenuti dal sistema sanitario nazionale. Risponde inoltre di 45 lesioni, truffa aggravata dal danno patrimoniale di rilevante entita’, falso e appropriazione indebita. L’omicidio viene contestata nella forma del ‘dolo eventuale’ perche’, in sostanza, Brega e i suoi collaboratori avrebbero ‘accettato’ la morte dei pazienti operandoli.

Nel tratteggiare la personalità di Pier Paolo Brega Massone , il pm Grazia Pradella ha usato parole molto dure durante la sua requisitoria al processo sulla Santa Rita. “Nel corso di quasi un anno di intercettazioni, coi colleghi, con gli amici, con la moglie mai ho sentito da parte sua una parola di commiserazione per le persone ma solo un richiamo costante, quasi ossessivo alle proprie convinzioni di abilita’ come chirurgo, che giunge a farlo sentire vittima di un complotto e dell’invidia perche’ era diventato primario a 40 anni”. Nel suo linguaggio al telefono, mostra “disprezzo” per i pazienti e la sua “e’ un’incessante attivita’ per riempire le sale operatorie” in base all’”equazione tra pezzo anatomico di paziente e rimborso”.  Pradella ha ricostruito uno per uno i quattro presunti omicidi, a cominciare da quello di un 85enne cardiopatico “che non poteva essere operato ai polmoni perche’ non c’era una diagnosi certa di neoplasia e tra le complicanze chirurgiche prevedibili c’era la morte”. Per quanto riguarda l’altro medico per cui e’ stato chiesto l’ergastolo, Presicci, il pm ha sottolineato la sua “piena adesione all’attivita’ criminale di Brega” e il fatto che fosse al corrente dell’operato del capo dell’equipe di chirurgia toracica.

(Agi)