Milano, 6 marzo 2014 - Madre e figlio sgozzati in via Segneri. Victor Hugo Menjivar Gomez, il salvadoregno fermato per aver ucciso a coltellate, la dominicana Libanny Mejia Lopez e suo figlio Leandro di tre anni e mezzo, è ora accusato anche di violenza sessuale.Secondo l'accusa l'uomo avrebbe costretto la donna a subire un atto sessuale. La nuova contestazione è stata formulata, da quanto si è saputo, dal pm di Milano Gianluca Prisco nel corso dell’interrogatorio davanti al gip nel carcere di San Vittore. Interrogatorio nel quale il fermato ha ribadito la confessione già resa. (Le foto del luogo del duplice omicidio).
IL RICORDO - “Milano dedica a Libanny e al suo bimbo la Festa della Donna, che sarà celebrata in tutto il mondo sabato 8 marzo”. Lo hanno comunicato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk. “Ancora una volta - hanno spiegato De Cesaris e Zajczyk - è dentro le mura di casa che si è consumata la violenza più feroce: una donna, insieme al suo bambino, è stata uccisa da un uomo per il solo fatto di non aver voluto avere una relazione con lui. La tragica morte della giovane Libanny Mejia Lopez ci addolora enormemente e ci lascia senza parole. È un evento drammatico, reso ancora più terribile dall’omicidio del bambino della vittima, che si è svolto in un contesto amicale, durante una serata che sarebbe dovuta essere tranquilla e piacevole. Rinnoviamo l’invito a tutte le donne a mantenere sempre alta l’attenzione e a fare rete, perché gli episodi di violenza possono purtroppo spesso scaturire in situazioni familiari e apparentemente sicure”.
L'ASSASSINO - L’assassino della giovane e bella Libanny e del piccolo Denzel l’uomo che lunedì sera ha sgozzato la 29enne dominicana insieme al suo bambino di tre anni, è un padre e un marito: ha una moglie incinta del secondo figlio, e un lavoro saltuario come «tuttofare» in una discoteca di Milano. L’assassino è banalmente un vicino di casa, diventato amico di lei perché portava il figlio a giocare con il piccolo Denzel, stessa età e compagni di asilo. Il suo nome è Victor Hugo Menjivar Gomez, 36 anni, salvadoregno.
L'OMICIDIO - Libanny aveva dato appuntamento a Victor Hugo per cena, così i loro due bimbi potevano passare un po’ di tempo assieme, divertirsi e giocare. Lui a tavola beve, tanto, venti bottiglie di birra. Si fa tardi, sono le 22 i bimbi si addormentano nella stanza accanto, loro due restano in soggiorno. Lui comincia le avances, preme per avere rapporti. Victor continua l’assedio. Lei lo minaccia: «Lo dico a tua moglie». Una miscela esplosiva nella sua mente. Prende un coltello dalla cucina, la insegue e la sgozza.
Il piccolo Denzel, dall’altra stanza sente le urla della mamma, corre per aiutarla, la vede a terra, «a questo punto — dirà lui durante la confessione — il bambino era un testimone scomodo, quindi ho tagliato la gola anche a lui». Poi trascina il piccolo cadavere in bagno. Prende suo figlio e corre a casa, a pochi metri da dove ha consumato la mattanza. Mette i suoi vestiti in lavatrice, ma le macchie di sangue non vanno via, così in sella a una bicicletta cerca di sbarazzarsene buttandoli in un cassonetto e gettando il coltello in una aiuola sotto casa. Intanto si è fatto mattino, la mamma di Libanny la cerca la cellulare, lei non risponde, è morta da almeno sei ore.
© Riproduzione riservata