Milano, 5 marzo 2014 - Il giorno dopo il funerale di Alfredo Famoso, il tassista aggredito il 23 febbraio scorso da Davide Guglielmo Righi e morto dopo due giorni di coma, arrivano i primi esiti dell’autopsia. Dalle analisi emergerebbe che la causa della morte sarebbe da attribuire a un gravissimo trauma cranico legato alla caduta a terra, dopo che l’uomo era stato colpito al volto.

Pare che la lesione più grave subita da Famoso si sia verificata quando l’uomo è caduto a terra e prima ha colpito con la testa la ruota di scorta di un suv parcheggiato e poi l’asfalto. A far finire a terra il tassista era stato Righi che l’aveva aggredito colpendolo al volto con una confezione di quattro bottiglie d’acqua. La causa della morte sarebbe dunque più legata alla caduta che al colpo inferto.

Secondo il legale della famiglia Famoso, l’avvocato Danilo La Monaca, pero’, la perizia non puo’ essere "dirimente" in un processo, ma "e’ un contributo come gli altri atti che entrano nel procedimento". Secondo il legale, infatti, "la differenza la fa l’elemento psicologico del reato, la volonta’". E se Righi, assistito dai legali Isabella Giuffrida e Margherita Rossi, è stato scarcerato nei giorni scorsi dal gip che ha riqualificato il reato come omicidio preterintenzionale, l’ipotesi d’accusa formulata dal pm Maria Teresa Latella resta l’omicidio volontario. Secondo l’avvocato La Monaca, comunque, anche "l’omicidio preterintenzionale puo’ essere semmai un’ipotesi plausibile, ma deve essere accompagnata da una pena alta, senza sconti e senza l’assurda attenuante della provocazione".