Milano, 28 febbraio 2014 - La tempesta dopo la quiete. Si riapre lo stato di agitazione dei 52 dipendenti in esubero di Privalia, il sito spagnolo di e-commerce: l'azienda, riferiscono fonti sindacali, non ha fatto passi avanti nella trattativa con le rappresentanze dei lavoratori sui licenziamenti del reparto produzione (stylist, fotografi, fotoritoccatori e magazzinieri) della filiale di Milano, che dimezzerebbero di fatto la forza lavoro in Italia. Giovedì scorso, in Assolombarda, i vertici del colosso iberico avevano messo sul tavolo alcune proposte che avevano convinto i dipendenti a far rientrare lo sciopero.

Rispetto ai 52 esuberi, era stato proposto di recuperare nove posizioni su Milano, 22 in Spagna, aiutando gli impiegati a trasferirsi, pagando il biglietto del viaggio, tre mesi di affitto per l'abitazione e un'indennità; di riconoscere una buonuscita superiore ai seimila euro che la società aveva comunicato inizialmente e che comunque dovevano essere versati come contributi Inps; di prolungare di un anno gli ammortizzatori sociali.

Un'offerta di pace che aveva convito i dipendenti a sospendere l'agitazione di otto ore. Oggi però, al nuovo incontro in Assolombarda, l'azienda ha chiesto tempo per capire se c'erano fondi per la cassa integrazione e per gli incentivi. Alla proposta dei sindacati di concedere sì può tempo, ma sospendendo nel frattempo la procedura di esubero, il colosso spagnolo ha risposto picche. L'azienda ha messo sul tavolo solo una posizione in più su Milano. Da qui la decisione dei dipendenti di tornare in strada a protestare: lo sciopero si svolgerà venerdì prossimo, il 7 marzo, davanti alla sede di Assolombarda, in coincidenza del prossimo incontro con i rappresentanti di Privalia.

"Loro dicono che hanno bisogno di tempo - ha dichiarato Marisa Moi di Filcams-Cgil -, noi abbiamo chiesto lo stop della procedura di esuberi. Male che vada licenziano invece che tra 30 giorni, tra 37. L'impressione è che i motivi siano fittizi per tenere buoni i lavoratori". Prossimo appuntamento il 6 marzo, quando i 52 licenziati saranno ricevuti dall'assessorato al Lavoro del Comune di Milano. Poi il presidio.

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