Milano, 27 febbraio 2014 - Il ritorno dell’eroina, mutante, economica, flessibile. Un fenomeno molto particolare che negli Stati Uniti e in Canada è ormai consolidato da tempo, sta cominciando ad affacciarsi anche in Italia e riguarda l’uso dell’eroina, degli oppiacei e dei farmaci antidolorifici come droghe. «Guai a gridare all’emergenza o seminare il panico - ammonisce il professor Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl di Milano, uno dei massimi esperti di droghe e affini - ma attenzione perché tutto ciò che nasce dall’altra parte dell’oceano, prima o poi arriva da noi».

E prima che in ogni altro posto proprio a Milano e in Lombardia che dispongono di risorse economiche sconosciute in altre regioni. Vittime illustri, come appunto l’attore Philip Seymour, e con lui Layne Staley, John Belushi o River Phonix o Michael Jackson, sono morte per un miscuglio di eroina e farmaci. Nel caso di Seymour di un oppiaceo farmaceutico, il Fentanyl.

«Tutto il Nord America - continua Gatti - oggi cerca di porre rimedio ad un’epidemia di abuso di oppiacei (come l’eroina) nati come farmaci per la terapia del dolore. E da soli stanno provocando più morti di eroina e cocaina messe insieme».

Noi non siamo all’emergenza, ma i numeri dell’osservatorio milanese, non sono tranquillizzanti. Quasi il due per cento degli intervistati che hanno accettato di rispondere alle domande degli esperti dell’Asl milanese ha ammesso di avere consumato un antidolorifico oppiaceo senza prescrizione medica o più a lungo di quanto non imponesse la ricetta. Cioè a dire senza alcuna terapia medica. Ricette fasulle, farmacisti compiacenti, farmaci rubati, mercato parallelo.

Il due per cento tradotto in numeri significa quasi 12 mila persone. Nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni la percentale arriva al 3. «La nostra popolazione appare disponibile a queste nuovi abitudini - aggiunge il professore - e sarebbe meglio prevenire ed essere preparati a quello che potrebbe accadere fra breve piuttosto che affrontare la questione quando diventa la solita emergenza...».

In pratica accade questo: viene immessa sul mercato eroina a basso costo, i farmaci utilizzati nella terapia del dolore, a base di oppio e morfina invece costano tanto e non sono facilmente reperibili. Quindi il consumatore ripiega sull’eroina oppure usa quei farmaci come se fossero droghe, non per alleviare il dolore, ma per cercare alterazioni momentanee.

I primi segnali si avvertono anche a Milano. E riguardano anche l’abuso e l’uso improprio per esempio degli psicofarmaci, e degli antidolorifici come certificato dall’indagine dell’Asl (alcaloidi naturali, morfina e oppio incremento del 24 per cento in un anno). I soggetti con problemi di droga di tipo oppiaceo rimangono stabilmente in numero prevalente a Milano e dintorni (secondo posto fra gli utenti dell’Asl). E prima di loro ci sono solo le vittime della cocaina.
tino.fiammetta@ilgiorno.net