Milano, 24 febbraio 2014 - Restano disperate le condizioni di Alfredo Famoso, il tassista 68enne di San Donato aggredito ieri sera a Milano in via Morgagni dopo una lite per una precedenza mancata (FOTO / VIDEO). "Sono dispiaciuto": così ha detto D.G.R., l'uomo sottoposto a fermo dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio per aver colpito Famoso a bottigliate. D.G.R., 48 anni, nel primo pomeriggio è stato condotto in Questura dove è stato interrogato.
Nel frattempo, Federico Famoso, figlio del tassista, ha postato su Facebook una frase senza speranza: "Mio padre è morto, pregate per lui".  Voci smentite dal Niguarda che parla di "netto peggioramento, ma il paziente è vivo, curato e mostra una minima attività cerebrale". In ospedale si è presentato il sindaco Giuliano Pisapia che ha parlato di "aggressione tremenda e vergognosa".

L'AGGRESSORE - "Sono dispiaciuto": ha detto cosi' D.G.R., 48 anni, l'uomo fermato per il litigio che domenica sera ha spedito in coma il tassista Alfredo Famoso, quando gli agenti della Questura lo hanno individuato nel pomeriggio. Gli agenti lo hanno prelevato dal suo appartamento di via Plinio. Abita in zona e domenica sera era in compagnia della compagna (incinta all'ottavo mese). E' un consulente informatico e gia' padre di due figli avuti con donne diverse da quella, incinta, con la quale si trovava. Ha precedenti per lesioni. "Non si tratta di un Hannibal Lecter, questa e' una vicenda drammatica che nasce da motivi futili" dicono gli investigatori, sottolineando come l'uomo sia un individuo ordinario, che sul momento potrebbe non avere colto appieno la gravita' dell'accaduto.

LA RICOSTRUZIONE - Le indagini sono condotte dalla polizia e coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e dal pm Maria Teresa Latella. La lite sarebbe nata per una precedenza data in ritardo: la coppia stava attraversando la strada dopo aver fatto la spesa e si sarebbe lamentata della brusca frenata del tassista. L'uomo che stava per attraversare la strada in via Morgagni assieme alla nuova compagna incinta ha scagliato una confezione con quattro o sei bottiglie d'acqua contro il taxi che, a suo dire, non aveva rispettato la precedenza delle strisce pedonali. La confezione ha colpito lo specchietto del taxi e il tassista e' sceso per controllare i danni. C'e' stato poi uno scambio di invettive.

A quel punto, l'aggressore ha scagliato la confezione contro il volto del tassista e poi, ma questo e' ancora da accertare, probabilmente avrebbe colpito ancora alla testa il tassista con una bottiglia. Famoso, cadendo, ha battuto la testa prima su una ruota di scorta di un suv e poi a terra. Dopo l'aggressione D.G.R. avrebbe fornito domicilio e numero di telefono a un maresciallo della Finanza che ha assistito per caso alla scena. 

L'uomo si sarebbe allontanato dopo diversi minuti - e dopo aver consegnato le proprie generalità ai testimoni - su pressione della donna: pare che entrambi fossero convinti che il tassista non fosse in condizioni così gravi. "Accompagno mia moglie e torno", avrebbe detto l'uomo. Ma in un secondo momento sarebbe emerso però che cellulare e domicilio forniti non corrispondevano ai suoi e in questo modo si sarebbe reso irreperibile.

In seguito D.G.R. è stato rintracciato grazie al maresciallo della Finanza che lo ha riconosciuto da una foto.

AQUILA 7 AL NIGUARDA - Alfredo Famoso, alias Aquila 7, resta in coma all'ospedale Niguarda di Milano. Le sue condizioni sono state definite anche questa mattina "critiche" e "instabili" nonostante l’operazione chirurgica per la riduzione dell’ematoma cerebrale

Il figlio Federico questa mattina ha scritto su facebook: "Colleghi , amici mio papà e' morto e' tenuto in vita da una macchina ma aspettano di toglierla . Scusate se ho scritto su Facebook vi chiedo scusa ma sono distrutto dal dolore. Me l'hanno ucciso per una lite con un pedone". Dello stesso parere il fratello Andrea: "Ci hanno detto che ormai non c'è nulla da fare". Dal Niguarda però smentiscono e parlano di "minima attività cerebrale: le condizioni sono in netto peggioramento ma il paziente è curato e vivo".

IL SINDACO - Al Niguarda si è presentato per una visita anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che è rimasto alcuni minuti con i parenti, in particolare con un fratello di Famoso, a cui ha chiesto notizie. "Sono stato a fare visita al tassista che ha subito questa aggressione tremenda e vergognosa - ha detto Pisapia - per esprimere la vicinanza anche a nome dei cittadini alla famiglia della vittima". Il sindaco ha spiegato "che questo è il momento di dimostrare la solidarieta' e la partecipazione al dolore dei cittadini". In Consiglio nella seduta di oggi era in programma un ordine del giorno in materia di auto pubbliche ma Pisapia ha affermato che "e' importante discutere di questi temi importanti in un momento di serenita'". La richiesta di anticipare l'ordine del giorno e' stata quindi bocciata dall'aula.

Al Niguarda Pisapia e' tornato a trovare anche il bambino di dieci anni investito da un furgone in via Fiamma mentre attraversava sulle strisce il 10 febbraio, che dopo l'incidente e' stato ricoverato nello stesso ospedale.

I TASSISTI - I colleghi di Famoso si sono fermati per 15 minuti "in ricordo" del collega. "La tragica fine di Luca Massari nell'ottobre 2010 - e' il commento di Pietro Gagliardi, delegato per il settore taxi dell'Unione Artigiani - si e' drammaticamente ripetuta ieri per Famoso. Oggi abbiamo scelto di fermarci per pochi minuti per ricordare l'ennesima scomparsa, per mano violenta, di uno di noi. Oltre che a lui, il pensiero va ai suoi congiunti e all'immane sofferenza che stanno provando. Non ci sono giustificazioni per quanto accaduto. Una tragedia che ci impone di riflettere sul mondo in cui viviamo e su come reazioni sproporzionate di un frangente possano rovinare la vita non solo della vittima, ma anche del responsabile".