di Daniele Monaco

Milano, 24 febbraio 2014 - Aquila 7: è la sigla con cui Alfredo Famoso, il tassista di 68 anni aggredito a bottigliate la scorsa notte in via Morgagni angolo Bacone, è conosciuto fra i colleghi del Radio Taxi. Dopo 30 anni di servizio Aquila 7 ha incrociato le persone sbagliate e ora è in coma all’ospedale Niguarda, terapia intensiva, primo piano. Fuori dalla porta la disperazione dei parenti e il coraggio dei colleghi che cercano di dare speranza ai familiari.

La voce del dramma si è sparsa in un lampo fra le auto bianche, che tramite il gruppo sicurezza hanno organizzato delle navette per la famiglia Famoso da casa all’ospedale. Un tassista alla soglia della pensione, Famoso, come tutti i suoi coetanei preso dal dubbio: mollo e vendo la licenza o proseguo ancora per un anno? Con lui collabora il figlio 30enne che con il fratello e la mamma ora aspetta il risveglio del padre.

Chi lo conosce lo descrive come un lavoratore appassionato e «voglioso di stare sul taxi, uno come lui ci tiene alla macchina che gli dà il pane. Se tirano dei pugni sulla carrozzeria quanto meno scendi per vedere se te l’hanno danneggiata, non certo per raccogliere la provocazione». Uno che conosce bene le regole della strada: all’incrocio Morgagni-Bacone qualcosa è andato storto, ma Alfredo ha avuto la prontezza per offrire un cenno di scusa a una jeep, sulla quale viaggiava una coppia.

Ottenuto il passaggio, c’è stato subito dopo l’incrocio fatale con la coppia a piedi. A quel punto il diverbio, le bottigliate e la fuga.«Sono incinta di nove mesi, sto male», avrebbe detto la compagna dell’uomo, prima che i due si dileguassero. Famoso, colpito da una confezione di quattro bottigliette di plastica piene lanciate dall'uomo, ha perso l'equilibrio, sbattendo prima il volto contro la jeep e poi rovinando malamente a terra.

Da quel momento ha chiuso gli occhi e non si è più risvegliato.  E' stato soccorso dai passanti e poi portato al Niguarda. «Un episodio ancora più assurdo di quello di Luca Massari — commenta Pietro Pinto, vicepresidente del Radio Taxi, ricordando il caso del collega colpito e ucciso per aver investito un cane nell’ottobre 2010 -. Pur nella tragicità dei due episodi, in questo caso una persona rischia di morire solo per la reazione spropositata di un pedone a causa di una piccolissima questione».

Poi, Pinto lancia un allarme sicurezza: «Sicuramente domani qualcuno di noi farà il turno di notte con un po’ di paura in più — ammette —. Come tassisti abbiamo un sistema antirapina che ci tiene collegati, abbiamo un gruppo sicurezza di sostegno morale e materiale, un archivio di denunce da fornire alle forze dell’ordine, ma non siamo dei giustizieri. Siamo amareggiati perché chi dovrebbe controllare per garantire la sicurezza sulle strade non lo fa. Alfredo è un tassista con la pellaccia e noi speriamo che ce la faccia. Ma ogni volta il turno di notte è un’ansia per i nostri familiari».

 

AGGIORNAMENTO - L'aggressore sarebbe stato identificato nella notte e già interrogato in questura.