Milano, 11 febbraio 2014 - È in fin di vita il bambino di dieci anni, travolto in pieno da una furgone, mentre ieri pomeriggio attraversava via Fiamma sulle strisce pedonali. In serata è stato fermato anche il conducente del mezzo che dopo l’incidente aveva tentato di fuggire. Sentendosi braccato aveva abbandonato il furgone a un centinaio di metri di distanza dal luogo dell’investimento. L’uomo, L.P, un ecuadoriano di 57 anni che lavora per un’impresa di servizi e consegne, con sede nell’hinterland è stato rintracciato in piazza Emilia, alle 18.30, circa un’ora dopo l’incidente. Stava camminando a piedi nell’intenzione di far perdere le tracce. Impresa impossibile perché in molti, prima fra tutti la mamma e il papà del bambino, avevano assistito all’investimento e alcuni testimoni avevano segnato il numero di targa.

La dinamica è ricostruita nel dettaglio dagli agenti della polizia locale. Sono le 17.30 circa quando il bambino, in compagnia di entrambi i genitori, si appresta ad attraversare la strada. I genitori restano un po’ indietro, lui attraversa per primo, ma la visuale sulle strisce pedonali è in buona parte coperta da un grosso furgone in sosta. Quindi il bambino non vede chi arriva dal lato destro della strada e il conducente del Renault Master bianco, l’ecuadoriano di 57 anni, anche per via di una pioggia battente, non si accorge del bambino che sbuca all’improvviso.

Non riesce quindi ad evitarlo, in un attimo lo travolge. E non c’è via di scampo per il piccolo che viene letteralmente schiacciato dal furgone. A quel punto l’ecuadoriano fa ancora qualche centianio di metri, poi accosta. Scende dal furgone e comincia scappare. Una telecamera inquadra il momento della fuga, le sequenze riprendono lui che si toglie il giubbino e lascia cadere a terra una borsa. Dirà poi ai vigili: «L’ho fatto per fuggire più leggero, ho perso la testa, non capivo più niente». A quel punto le sue ricerche sono già partite.

I vigili trovano il furgone, la targa coincide e in poco tempo risalgono all’impresa di corrieri che ha sede appena fuori Milano. Sul mezzo parcheggiato c’è il libretto di circolazione con il nome della persona a cui è intestato. I vigili rintracciano il proprietario sul cellulare e si fanno dire chi era al volante del Renault.
È lo stesso datore di lavoro dell’ecuadoriano che lo avverte: «Fermati nel punto in cui ti trovi e consegnati, non aggravare la tua posizione». La pattuglia lo rintraccia e lo porta negli uffici del reparto radiomobile. Nessuna custodia cautelare in carcere, l’ecuadoriano risponde a piede libero di omissione di soccorso. Il bambino è ricoverato al Niguarda, in coma nel reparto di Neurorianimazione. In serata è stato sottoposto a un lungo e delicato intervento chirurgico, sul cui esito i medici non si sbilanciano.

di Anna Giorgi

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