Milano, 22 gennaio 2014 - Sei ordinanze di custodia cautelare a carico di funzionari pubblici e titolari d’impresa, nell’ ambito delle attività di bonifica del sito di interesse nazionale Pioltello/Rodano, l’ex Sisas, sono scattate questa mattina di esecuzione da parte dei carabinieri. Stando a quanto riferito dai carabinieri, tra gli arrestati ci sarebbe anche Luigi Pelaggi, un funzionario del Ministero dell’Ambiente, all’epoca dei fatti commissario delegato per la bonifica del sito. "Altre 38 persone - precisa una nota - sono state denunciate in stato di libertà per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: tra questi, funzionari pubblici e titolari di societa' operanti nel settore del movimento terra e del ciclo dei rifiuti''.

I militari del Nucleo operativo ecologico di Milano a conclusione di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica e dalla Dda di Milano, stanno hanno eseguito arresti e perquisizioni non solo nel capoluogo lombardo ma anche a Roma ed a Napoli.

L'indagine durata oltre due anni - si legge in una nota del carabinieri del comando provinciale di Milano - ha evidenziato varie condotte illecite che vanno dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, alla corruzione, alle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, in ordine alla aggiudicazione dell'appalto per l'esecuzione dei lavori di bonifica del sito ed allo smaltimento dei rifiuti in siti di proprietà, previa fraudolenta declassificazione degli stessi da pericolosi a non pericolosi, con l'ottenimento di ingiusti profitti. In base a quanto emerso il codice dei rifiuti che dovevano essere smaltiti come pericolosi veniva cambiato e quei rifiuti venivano trattati come se fossero rifiuti normali

 

LEGAMBIENTE - Quando si aprirà il processo sulla vicenda della bonifica dell’ex Sisas Legambiente si costituira’ parte civile. Lo annuncia in una nota dell’associazione ambientalista, il presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine, che chiede anche “che sulle bonifiche di siti contaminati si apra finalmente la stagione della trasparenza e dell’efficacia dei controlli”.

Secondo Stefano Ciafani, vice-presidente di Legambiente, “ancora una volta si squarcia il velo sullo scenario inquietante delle presunte bonifiche fatte all’italiana. Purtroppo non è la prima volta che si verificano situazioni di questo tipo nel finto risanamento di siti inquinati nazionali e locali come testimoniano le vicende relative all’ex area industriale di Bagnoli a Napoli o a quella di Santa Giulia a Milano”.