Milano, 8 gennaio 2014 - Continua la polemica nata dall'affissione di alcuni volantini appesi sui muri di zona Città Studi con nomi di ricercatori definiti "assassini" per la sperimentazione su cavie animali delle proprie ricerche.

 

DENUNCE CONTRO LE SCRITTE - L'Universita' Statale di Milano e i quattro ricercatori dell'ateneo Alberto Corsini, Edgardo D'Angelo, Maura Francolini e Claudio Genchi hanno presentato denuncia all'autorita' giudiziaria dopo gli insulti e i volantini distribuiti ieri, ad opera di animalisti, in cui sono stati indicati i loro nomi, cognomi, numeri di telefono e indirizzi privati, perche' impegnati nella ricerca e autori di test su animali. Lo rende noto lo stesso Ateneo. ''Non e' la prima volta che subiamo atti di questo tipo - fanno sapere dall'ufficio stampa - ma la nostra posizione non cambia. L'11 febbraio verra' conferita, come deciso, la laurea honoris causa in Chimica e tecnologie farmaceutiche a Silvio Garattini, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico. Tra i ricercatori ora c'e' desiderio di normalita' e di andare avanti con il loro lavoro''.

L'Universita' degli Studi di Milano ''esprime piena solidarieta' ai suoi ricercatori - aggiunge una nota - Ribadiamo il nostro impegno in difesa della ricerca come strumento di miglioramento delle conoscenze e di cura per le persone malate, e il nostro sostegno a chi lavora con passione per il raggiungimento di questi obiettivi''.

 

MOCAVERO: "AZIONE BUFALA" - Paolo Mocavero, presidente dell'associazione Centopercentoanimalisti oggi ha dichiarato in un comunicato: "Sono convintissimo che questa volta gli animalisti non c'entrano, tuttavia, mi permetto di dare un consiglio ai vivisettori, non tirate troppo la corda, vi è andata bene una volta, non siate presuntuosi come la vostra falsa scienza". Per Mocavero che definisce i volantini "una azione-bufala", l'affissione "è stata organizzata fin troppo bene per essere stata eseguita da un gruppo animalista, di solito questo tipo di azioni vengono effettuate da pochi elementi, in questo caso gli artefici erano almeno una ventina, con diversi "pali" sparsi per le zone in contemporanea, nessun fesso andrebbe ad affiggere quel tipo di volantino (si raffigura anche il reato di terrorismo nel metodo) con il rischio di essere beccato dalle forze dell'ordine in flagranza di reato".

Infine, scrive Mocavero nel comunicato: "Come mai non avevano nessun riferimento animalista? Non una sigla? Non un simbolo? (mi riferisco alle sigle che si usano solitamente, tipo ALF o nel peggiore dei casi, la A dell'anarchia). Qualsiasi animalista militante (anche il più fesso) un simbolo l'avrebbe messo".