di Giambattista Anastasio

Milano, 24 dicembre 2013 - Non sono mancate, nei mesi scorsi, avvisaglie che le telecamere attivate il 10 luglio dal Comune a protezione della zona a traffico limitato (Ztl) dei Navigli stessero emettendo multe pazze. Già, ma pazze quanto? È la disavventura di Angelo a darne la misura. Giovane professionista, da settembre ad oggi il malcapitato si è visto notificare 12 verbali per ingresso non autorizzato nella Ztl. Ma dal comando dei vigili gli hanno fatto sapere che altri 26 verbali sono in dirittura d’arrivo. La somma fa 38 multe, tutte elevate tra l’inizio di settembre e il 31 ottobre 2013, per un conto complessivo che sfiora i 4 mila euro.

«Alcune sanzioni mi sono state comminate lo stesso giorno, a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, perché nel cercare parcheggio sono passato più volte sotto le telecamere» fa sapere il diretto interessato. «Ora anziché accendere un mutuo per una casa, sarò costretto ad accenderlo per pagare tutte queste sanzioni», scherza ancora Angelo mettendo per un attimo da parte incredulità ed amarezza.

Sfogo comprensibile: nel periodo al quale fanno riferimento quei 38 verbali, Angelo abitava infatti in una delle vie incluse nell’area sorvegliata dalle telecamere della Ztl: via Gola. Non risultava residente lungo i Navigli, vero. Ma aveva chiesto e ottenuto il domicilio. E in quanto domiciliato, Angelo avrebbe avuto diritto allo stesso trattamento riservato ai residenti: accesso libero alla Ztl e nessuna necessità di rispettare il divieto di ingresso nella zona in questione invece imposto a tutti gli altri automobilisti dalle 20 alle 7 per ogni giorno della settimana. Accesso libero senza timore di multe. A riprova che il suo domicilio fosse stato riconosciuto dal Comune, Angelo può esibire il pass per la sosta concessogli proprio dagli uffici di Palazzo Marino per usufruire delle strisce gialle di via Gola ed immediati dintorni. Invece ecco che l’unico varco dal quale il malcapitato poteva accedere al suo domicilio, quello posizionato in via Borsi, sembra essersi trasformato nel più cieco degli sceriffi. Motivo?

«Gli uffici — fa sapere Angelo — mi hanno detto che le multe mi sono state comminate perché mi sposto a bordo di un’auto aziendale. Per questo, a detta loro, avrei dovuto procedere ad un’ulteriore registrazione: i documenti presentati perché fossi riconosciuto come domiciliato evidentemente non erano sufficienti». Angelo però sta già preparando un ricorso in più punti. Primo: «Il pass per la sosta sulle strisce gialle — spiega l’ex domiciliato sui Navigli — mi è stato rilasciato a settembre e l’ho ottenuto esibendo il documento con la quale la società per cui lavoro testimoniava che il veicolo era a mia disposizione. Quel pass mi è stato concesso proprio per l’auto aziendale: Comune e polizia locale sapevano, quindi, che quella targa fosse in uso ad un domiciliato». Secondo: «Perché il Comune non mi ha avvisato per tempo?» chiede ancora Angelo. «Perché mi si dice solo ora che avrei dovuto compiere un passaggio ulteriore affinché la targa da me in uso potesse essere riconosciuta come la targa in uso ad un domiciliato?». Il terzo quesito lo poniamo noi sulla base di altre, recenti, segnalazioni: perché nessuno ha memoria delle squadre di vigili che a luglio il Comune aveva promesso di collocare ai varchi della Ztl e dell’isola pedonale dei Navigli per evitare che gli ancora ignari automobilisti fossero multati?

giambattista.anastasio@ilgiorno.net