Milano, 17 dicembre 2013 - Blogger, scrittrice, ma soprattutto mamma. Daniela Poggi, milanese, adora internet e crede che le nuove tecnologie siano molto utili, ma solo se si sanno sfruttare al meglio. Come ha fatto lei, del resto, aprendo un blog nel quale ha iniziato a raccontare la sua esperienza di vita, sperando di dare consigli, confrontarsi e conoscere nuove realtà. E circa un mese fa è nato il suo libro 'Mamma la scuola!' (Armando Editore).

 

Chi è Daniela Poggi?

Prima di tutto la mamma di due bambini di nove e cinque anni. Lavoro fuori casa part time in un ambito completamente diverso da quello di cui parlo nel mio blog. Quindi lavoro, scrivo, racconto e mi occupo dei figli. Viviamo tutti tra tra Milano e Trento.

Quando è nato il blog e perchè?

"E' nato circa tre anni, nel 2010, quando il maggiore dei miei figli è entrato alla scuola primaria. Alla prima riunione con i genitori, un insegnante suggerì a tutta la classe di stimolare i bambini a casa, proporre giochi che li aiutassero a sviluppare le abilità di studio, invogliarli a leggere, fare ricerche e trovare nuovi spunti per mettere in pratica ciò che veniva fatto in classe. Rimasta affascinata da questo discorso, mi sono subito messa all'opera con mio marito. E il blog è il diario della nostra esperienza: i giochi che facciamo, i libri che leggiamo, le idee che inventiamo per stimolare i bambini."

Un suggerimento preso al volo

"Per me si apriva un mondo nuovo, ma che mi è sempre piaciuto: confrontando le nostre singole passioni, gli interessi e le curiosità in ogni occasione quotidiana, ha iniziato a prendere forma la nostra famiglia. Il blog è stato un passo molto spontaneo. Ho pensato potesse essere interessante condividere queste esperienze con persone che magari stanno cercando spunti per stimolare i figli a crescere curiosi e creativi".

Numerosi i blog presenti sul web, cos'ha in più il suo rispetto ad altri?

"Innanzitutto il taglio degli argomenti. Sono molto concentrati sui bambini in età scolastica. Ma il trucco è trovare lo stimolo e adattarlo alle esigenze della famiglia: da un suggerimento può nascere qualsiasi cosa, basta lasciarsi andare alla fantasia. Mi concentro molto sulle attività pratiche e consigli libri che conosco bene che per me sono stati davvero utili".

Una particolarità è lo SchoolMommies, di cosa si tratta?

"Un gruppo di mamme che si scambiano idee. Non parliamo più  solo di pappe e pannolini, ma di educazione e di scuola. Ci scambiamo titoli di libri, nomi di app, indirizzi internet dove trovare materiale per creare attività simili e giochi da scaricare on line. Molte SchoolMommies hanno un blog o un sito in cui condividono le proprie esperienze o sono attive frequentatrici della Scuola in Soffitta. L'aspetto più bello è che partecipano mamme di ogni parte d'Italia e soprattutto del mondo. Il gruppo è chiuso e questo permette una maggiore sincerità e trasparenza". 

Un'idea semplice ma efficace

"Assolutamente. L'idea arriva dall'Homeschooling, ovvero l'educazione parentale, molto più frequene all’estero (soprattutto negli Stati Uniti) che in Italia. Esistono vari livelli di homeschooling da totale a part-time. C’è chi decide di non portare più i figli a scuola ma di provvedere alla loro istruzione personalmente a casa (anche la Legge Italiana lo permette) e chi invece integra il programma scolastico con attività pomeridiane. Noi abbiamo scelto di iscrivere i bambini alla scuola pubblica e di svolgere attività di homeschooling nel pomeriggio per materie che non svolgono a scuola o che necessitano di approfondimento".

"Scuola in soffitta", un nome con un particolare significato?

"Ovviamente. Noi viviamo a Milano, ma abbiamo una casa in Trentino con una mansarda molto spaziosa, nella quale ci troviamo spesso a giocare. Poichè è  un'abitazione delle vacanze, i giochi comprati sono pochi, così ci inventiamo qualcosa con carta, tubi, scatole ecc. In quei giorni, mio marito ed io non lavoriamo e abbiamo più tempo per stare insieme. Quindi, siamo tutti legati all'idea di soffitta come luogo di creatività, condivisione e divertimento".

E il termine scuola? 

"Diciamo che si tratta di un gioco di parole. Mandare la scuola in soffitta significa mettere da parte qualcosa che disturba e la scuola, a volte, è un pò scomoda. Ma c'è anche un riferimento a ciò che la scuola è stata costretta a subire riguardo i tagli del Governo: penalizzata, è come fosse stata relegata in un angolo".

Dal blog al libro, ci racconta questo passaggio?

"“Mamma, la scuola!” nasce dal blog. Dopo il suggerimento di qualche lettore di riunire le parti più importanti del mio diario virtuale, ho deciso di scrivere il libro. Non è un manuale, ma una raccolta di tutte le idee che ho sperimentato con i bambini. Le ho volute presentare con un catalogo tra cui scegliere, perché ogni famiglia è diversa, ha tempi e preparazioni diverse ed è giusto che ritagli un suo percorso. Ci sono attività gioco per rinforzare gli argomenti appresi a scuola, che possono essere un modo divertente e creativo per trasformare lo studio in momento più rilassato. Le proposte sono varie perché cercano di rispondere a tutti i tipi di intelligenza che può avere un bambino”.

Un blog e un libro, la scuola non basta?

"Eccome se basta. Gli insegnanti sono da ammirare, fanno uno sforzo incredibile a gestire i bambini e a difendere la scuola pubblica. Ma la scuola chiama in causa i genitori già dal primo giorno per chiedere di continuare a casa le attività che si svolgono in classe".

I bambini crescono, ma imparano qualcosa anche i genitori?

"Sempre. Gli anni della scuola sono un lungo periodo nella vita di una famiglia che si può scegliere se trasformare in una lotta per i compiti, oppure intraprendere un percorso per crescere insieme, usando lo studio come opportunità per riscoprire la bellezza dello stare in famiglia, la passione per i libri, i musei, i film o le attività creative. “Mamma, la scuola!” è un libro che presenta molte strade diverse per crescere i propri figli con l’amore per lo studio".

Chi dovrebbe leggere "Mamma la scuola!"?

Tutti quei genitori che hanno voglia di creare in famiglia un contesto e un clima favorevoli all’apprendimento scolastico e che desiderano vivere questa, non breve, fase della vita dei propri figli in maniera costruttiva, positiva, condivisa.

Daniela Poggi è una cybermamma, ma i bambini come devono usare internet?

"Internet è una grande risorsa, ma i bambini vanno educati ad un uso responsabile della Rete. I miei figli sono ancora troppo piccoli, si divertono con il tablet o con il pc quando ci sono applicazioni o giochi utili anche per lo studio". 

E i social network?

"Mi piacciono, ma anche in questo caso, i piccoli devono essere seguiti. I pericoli sono ovunque e in Rete bisogna davvero stare attenti. Un conto è fare una ricerca su Google, un altro è aprire un profilo Facebook o Twitter e trovarsi a chiacchierare con migliaia di persone sconosciute".

Se i suoi due figli, tra qualche anno, volessero aprire un blog?

"Ne sarei entusiasta. Trovo sia una bellissima esperienza, sia a livello personale, sia per quanto riguarda lo sviluppo della capacità di scrittura. Si puòanche  imparare a lavorare con le fotografie e con i video. Per ora paretcipano in quello della mamma, ma in futuro chissà...

Spesso molti iniziano con un blog e poi passano a un sito internet, le piacerebbe?

"No, adoro lo stile in prima persona e il blog mi permette di farlo. Capita che scriva qualcosa di più generico, ma poter presentare un libro, un gioco, un'attività a modo mio è un'altra cosa. Parlo di esperienze che vivo con mio marito e con i miei figli, mi piace raccontarle per quello che sono, con le mie sensazioni, i miei pensieri, le mie idee. Anche quando mi fanno notare che le mie proposte sono poco femminili, non posso far altro che dar ragione, ma con due maschietti è normale che sia così". 

Progetti futuri?

"Desidero concentrarmi sul blog, trovando nuove idee, spunti e stimoli per i bambini. E poi, a settembre, il mio secondo figlio andrà in prima elementare: si ricomincia da capo".

di Marion Guglielmetti