Milano, 17 dicembre 2013 - L’obiettivo dei residenti è chiaro: fare di “via Maiocchi la più bella social street d’Italia”. E fare in modo che il vicino non sia più uno sconosciuto. Infatti la parola “street” richiama l’idea di strada, nel senso antico di rione. “Social”rimanda al concetto di condivisione, cioè di vita in comune. E a quello moderno di social network, la rete virtuale utile per incontrarsi e scambiarsi servizi e informazioni.

Succede in via Maiocchi, 700 metri di negozietti, ristoranti e palazzi residenziali alle spalle di Porta Venezia. L’idea viene da Bologna, da via Fondazza, dove da tre mesi fa un’iniziativa simile ha coinvolto un intero quartiere. A Milano, il primo appuntamento è stato domenica sera, un “Baratto di Natale” organizzato per contare i primi partecipanti all’iniziativa e dare il via al network cittadino. Da un mese in centodieci si erano iscritti sul gruppo Facebook “Gruppo residenti di via Maiocchi e dintorni”. Il guerrilla marketing di volantini e passaparola negli ultimi giorni ha fatto il resto. E in tanti hanno risposto all’appello. Un viavai di persone che ha esaltato gli stessi organizzatori.

“Quando ho sentito quello che succedeva a Bologna, mi sono detta: perché non a Milano? E se cominciassimo a salutarci anche per strada?”. Così Lucia Maroni, residente e di professione organizzatrice di eventi teatrali, un mese fa ha deciso di riproporre l’esperimento emiliano nella sua via. Primo passo: la creazione di un gruppo Facebook. Ma non si vive di soli post e link. Era giusto passare dal virtuale al reale. E quale occasione migliore di una domenica sera in compagnia di quel vicinato da riscoprire? A questo puntoQ è arrivata Berna Todisco, con il suo Spazio Mubeiò, via Maiocchi 22. “Neanche conoscevo Lucia. Ma la sua idea mi ha subito conquistata”.Per una domenica sera, il suo spazio nel tratto di strada tra via Eustachi e viale Abruzzi si è trasformato in un “salotto formato quartiere”. Facce incrociate per caso diventano facce amiche. “Vorrei fondare un Gruppo di acquisto”, “Martedì sera cinema. Chi viene con me?”, “Idraulico onesto a disposizione”: proposte e idee sono ospitate su una bacheca. E per dare un’idea di quanto sia radicato nel quartiere il progetto basti pensare che anche i premi della lotteria sono rigorosamente made in via Maiocchi. Dai dieci caffè offerti dal bar all’angolo ai bijoux del negozio di fronte. Tutto messo a disposizione dai commercianti della zona.

Presenti residenti anche delle vie limitrofe. Non neanche qualche “forestiero”, da viale Monza o via Ampère. È venuta col figlio Caterina da via Bronzino: “Con la mia dirimpettaia di casa sono riuscita a creare un rapporto di co-housing. Ci aiutiamo a vicenda con i figli. Mi incuriosisce questa idea della social street. Aiutarsi gli un gli altri secondo le possibilità e capacità”. Qualcuno ripensa ai tempi andati. “Ho vissuto nelle case di ringhiera – spiega Nicola Liegi – dove ci si conosceva tutti e potevi andare a bere un caffè da chi abitava sopra di te. Si usciva dalla miseria, ci si aiutava. Oggi non è più così. La società si è imbruttita, ci si fida meno dell’altro”. Nicola Liegi ha scoperto l’evento dai volantini sui semafori e sulle auto. “Abito in piazza VIII Novembre ma ho le finestre su via Maiocchi – scherza Gianni Passarella – e tutti questi cartelli mi hanno incuriosito. Oggigiorno, mi sembra importante tornare a un senso di comunità”.

di Luca Salvi e Cecilia Daniele