Milano, 22 novembre 2013 - Da una parte il sindaco Giuliano Pisapia, dall’altra il presidente della Provincia Guido Podestà. Nel mezzo il futuro della città metropolitana milanese e le grandi manovre tra Forza Italia e Nuovo centrodestra. Ma ripartiamo da capo. Il decreto sull’istituzione del nuovo ente territoriale che dovrebbe superare Comune e Provincia è in discussione in questi giorni nella commissione Affari costituzionali della Camera.

Il provvedimento voluto dal ministro alle Autonomie Graziano Delrio, renziano del Pd, prevede che nella fase di transizione dei due enti locali, dal 1° gennaio al 30 giugno 2014, il «sindaco metropolitano» sia l’attuale primo cittadino della metropoli, per Milano Giuliano Pisapia, area centrosinistra. Nel centrodestra, però, non tutti sono d’accordo. Tanto che Maurizio Bernardo, parlamentare milanese del Ncd di Angelino Alfano, ha presentato un emendamento che prevede che la fase di transizione della città metropolitana milanese sia guidata dal presidente della Provincia Podestà invece che dal sindaco Pisapia.

La lettura più maliziosa, nel centrodestra, collega l’atto all’avvicinamento di Podestà al Ncd. Bernardo smentisce: «Le scelte di Podestà sono politiche, la città metropolitana non c’entra. Perché no a Pisapia? Il primo cittadino nei prossimi mesi sarà molto impegnato nell’organizzazione del Semestre europeo e dell’Expo 2015». FI, intanto, in commissione ha espresso una tesi simile. Ma la parlamentare azzurra Elena Centemero, berlusconiana, componente della commissione Affari costituzionali, detta una posizione diversa: «La fase di transizione? Meglio se guidata da una figura terza che svolga una funzione di garanzia». Insomma, né Pisapia, né Podestà. L’avvicinamento di Podestà ad Alfano c’entra qualcosa?

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