Milano, 22 novembre 2013 - Chiesta la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per l'ex imam di viale Jenner Abu Omar. È accusato di associazione per delinquere con finalità di terrorismo anche internazionale (articolo 270 bis del codice penale).

IL SEQUESTRO - Un reato che avrebbe commesso fino a quando, il 17 febbraio 2003, è stato sequestrato in Italia dalla Cia proprio mentre era indagato dalla Digos. Abu Omar fu prelevato da un commando di agenti della Cia nei pressi della moschea di viale Jenner e trasferito in carcere in Egitto, dove il religioso ha raccontato di essere stato torturato e sodomizzato nel corso degli interrogatori e di essere stato detenuto per anni senza che gli venissero formalizzate accuse.

 

L'ACCUSA - In base a quanto ricostruito dalla procura e riportato nel capo di imputazione, Abu Omar si sarebbe associato con altre tredici persone, quasi tutte già condannate nel corso degli ultimi anni in procedimenti separati, "allo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale, in Italia e all'estero, all'interno di un'organizzazione sovranazionale, localmente denominata con varie sigle (tra cui Ansar Al Islam), comunque operante sulla base di un complessivo programma criminoso, condiviso con similari organizzazioni attive in Europa, Nord Africa, Asia e Medio Oriente". 

Secondo l'accusa, tra gli appartenenti a tale organizzazione figurano El Ayashi Radi Abd El Samie Abou El Yazid (alias Merai), Muhamad Majid (alias Mullah Fouad), Abderrazak Mahjoub, Bouyahia Maher Ben Abdelaziz, Housni Jamal (alias Jamal Al Maghrebi), Mohamed Amin Mostafa, Mohammed Tahir Hammid, Ciise Maxamed Cabdullaah, Daki Mohammed, Toumi Ali Ben Sassi, Trabelsi Mourad, Drissi Noureddine e Hamraoui Kamel Ben Mouldi.

 

FISSATA LA SENTENZA - La richiesta di condanna è stata formulata oggi dal pubblico ministero Maurizio Romanelli al giudice per l'udienza preliminare Stefania Donadeo, davanti al quale è in corso il procedimento con rito abbreviato. La sentenza è prevista per il 6 dicembre. Il procedimento si tiene a diversi anni di distanza dai fatti contestati proprio a causa del sequestro dell'imputato, che ha intralciato l'indagine svolta dalla Digos sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Armando Spataro. Risalgono al 2005 i due provvedimenti di cattura emessi poi nei suoi confronti e negli anni successivi il magistrato ha più volte chiesto invano all'Egitto la possibilità di interrogarlo prima della chiusura dell'indagine, che poi è stata ereditata da Romanelli.