Milano, 29 ottobre 2013 - Un uomo nudo a terra, sangue, e due cani, uno dei due un pitbull, che pasteggia, lo divora, divora il suo padrone. Sbranato, evirato, mirata in modo scientifico la zona pelvica, del tutto maciullata. Sono i frammenti di immagini raccontati dai soccorritori, immagini che sfilano davanti agli occhi della compagna di quest’uomo, 30 anni, le cui condizioni sono gravissime, ma a tarda notte, ricoverato all’ospedale San Raffaele, venivano riferite come stazionarie, e dopo aver superato lo scoglio di un arresto cardiaco.

Cosa è successo a Federico I.? Cosa è successo nella sua casa di via Cascia 6, laterale a via Padova, zona Nord Est di Milano? È la donna, la sua compagna, a lanciare un allarme in tempi che potrebbero sembrare fin troppo tempestivi. Lei che, nel chiamare i soccorritori - i vigili del fuoco e il 118 - dice di essere molto preoccupata perché non sente il giovane dalle sei del pomeriggio: e sono solo le otto di sera, ma il fatto che Federico non risponda al telefono né al campanello è un segno allarmante, visto che il giovane soffre di diabete. È alle 20.19 che i vigili del fuoco della stazione di Sesto San Giovanni riescono a entrare, dalla porta d’ingresso, nell’appartamento di via Cascia.

Per consentire l’accesso, è la stessa donna a tenere a bada il pitbull, che circola nervosamente per l’appartamento, mentre un secondo cane, un meticcio, non pare dare problemi. A pochi metri dalla porta, a terra, in un disordine e una trasandatezza forse provocata dagli stessi animali, c’è il corpo dell’uomo: nudo, privo di coscienza, pene e testicoli strappati, ferite al fianco.

Il giovane viene inizialmente rianimato, poi trasportato al San Raffaele, dove va in arresto cardiaco e dove a tarda notte continuavano le manovre di rianimazione. La ricostruzione di quanto avvenuto sarà difficile: si pensa che l’uomo si sia spogliato per prepararsi a uscire, abbia avuto un malore; ma cosa può avere spinto il pitbull, ora chiuso al canile municipale, a farne macelleria? «Può essere andato in predazione, attaccando il padrone - ipotizza Davide Corti, veterinario e addestratore -; il pitbull nasce ed è selezionato per i combattimenti fra animali. E nonostante la brutta nomea, non attacca l’uomo. Sempre che non sia provocato da qualche gesto, fatto anche solo per giocare. In questo caso il giovane è stato azzannato proprio come una preda».

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