Milano, 29 ottobre 2013 - Lezioni di religione islamica, all’interno di un programma didattico più ampio che contempla l’insegnamento della lingua e della cultura araba, rivolte a bambini dai 5 ai 13 anni, «con uno o entrambi i genitori egiziani», ed ospitate in due aule dell’istituto comprensivo Pertini di via Asturie: sì, una scuola pubblica.

Questo il progetto educativo che sta suscitando dibattito dentro e fuori il quartiere Bicocca: la Lega Nord ha depositato un’interrogazione al Consiglio comunale. Il caso si è aperto giovedì, quando il Consiglio di Zona 9 ha approvato la delibera per la concessione delle aule formalizzandovi che il corso prevedeva pure ore di «religione islamica». Il Carroccio si è opposto già nel parlamentino. A curare il progetto è la cooperativa Diapason, presieduta da Paolo Cattaneo.

Presidente Cattaneo, conferma che tra gli insegnamenti del corso c’è anche lo studio del Corano?
«Confermo. Ma sono indispensabili alcune precisazioni. Innanzitutto il peso della religione nel programma didattico è marginale. L’obiettivo del corso è consentire ai bambini di ottenere attestati scolastici riconosciuti anche in Egitto, nel caso vogliano farvi ritorno, partecipando agli esami organizzati dal Consolato egiziano. La maggior parte delle ore di lezione è dedicata allo studio dell’arabo e all’insegnamento, in lingua araba, di materie quali geografia, storia, aritmetica e geometria. La nostra è una scuola araba, non coranica: non accendiamo polemiche che possono rivelarsi pericolose specie in un quartiere come la Bicocca. Stiamo rendendo un servizio alle famiglie della zona».

Perché nella lettera con la quale ha chiesto al Comune di concedervi le aule ha fatto riferimento solo ad un «corso di lingua araba» omettendo tutti gli altri insegnamenti, religione inclusa?
«È stata un’omissione priva di malizia. Un errore mio, lo ammetto, ma non abbiamo nulla da nascondere».

Chi sono gli insegnanti del corso?
«I genitori di alcuni ragazzi. Non ne conosco il curriculum né posso chiedere che presentino dei titoli per insegnare: queste iniziative infatti non li prevedono. Ma sono persone con le quali lavoriamo bene e a stretto contatto fin dal 1998, quando nacque l’esperienza del doposcuola ora allargatasi nell’esperienza della scuola araba».

Insomma: tutto sotto controllo.
«Negli anni scorsi tutti gli alunni hanno superato l’esame del consolato egiziano, che non è proprio un’organizzazione di fanatici islamici. Questa mi sembra una bella prova della bontà del corso».

Su quali testi studiano i bambini?
«Studiano su normali sussidiari».

E la religione?
«In questo caso ci sono anche letture dal Corano. Ma domani (oggi ndr) incontrerò le famiglie e metteremo a punto i dettagli».

E la laicità della scuola pubblica?
«Guardi, il nostro programma è organizzato sul modello della scuola italiana: più materie, tra le quali anche la religione».

Quando contate di partire?
«Il corso è partito ad ottobre nelle nostre sedi, dovremmo traslocare alla Pertini dal 9 novembre. Per ora abbiamo 20 iscritti».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net