Milano, 27 ottobre 2013 - Questo pomeriggio, in via Michele Lessona, zona Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano, sono stati trovati due cadaveri. A segnalare la presenza di un corpo senza vita è stato un passante. Poi, una volta giunti sul posto, gli agenti ne hanno trovato un altro poco distante.

I due cadaveri sono di due pregiudicati italiani e sembra che entrambi siano stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco alla nuca, ma è ancora tutto ad verificare. Uno di loro è un ex boss della "mala" milanese Emanuele Tatone, 52 anni, l'altro è Paolo Simone, un tossicodipendente della zona. Si attendono  i risultati dei rilievi della polizia scientifica, sul posto con il medico legale e il magistrato per tutti i rilievi del caso.

La zona del ritrovamento è un’area di orti costruiti dai cittadini in uno spazio verde a ridosso della strada, via Lessona. L'uomo che ha fatto la macabra scoperta si è recato in commissariato, che in linea d'aria dista alcune centinaia di metri, e ha detto: ''Ci sono due morti per terra agli orti''. I due cadaveri erano al confine di un campo agricolo, non distante dalla linea ferroviaria. Quello di Paolo Simone si trovava sul margine di un sentiero, di schiena, con il foro di un proiettile sul volto e del fango raggrumato sui vestiti. Il secondo, quello di Emanuele Tatone, era semi nascosto tra le frasche di una vicina macchia di alberi. Entrambi avrebbero vari segni di colpi d'arma da fuoco, anche se al momento non sono stati trovati i bossoli.

Nella zona delimitata dagli investigatori è stata trovata invece un'auto, una Opel scura, che potrebbe appartenere a una delle due vittime. Sembra probabile che i due si siano recati all'appuntamento con l'assassino (o con gli assassini) a bordo della vettura. Saranno le indagini a stabilire se si e' trattato di un regolamento di conto tra criminali o di un litigio finito male tra balordi.

L'EX BOSS DELLA MALA E LA PROTESTA - "Non era piu' nessuno, ad agosto gli avevano persino rubato la tenda", dicono nel quartiere. Emanuele Tatone aveva iniziato una protesta contro lo sfratto subito la scorsa estate ed era appartenente a una delle famiglie più temute del quartiere, originaria di Caserta. Era noto della zona per le sue imprese criminali: tentati omicidi, furti, rapine, spaccio di droga. Fratello di Nicola Tatone, pluripregiudicato e considerato uno dei boss di Quarto Oggiaro, Emanuele Tatone non era inserito in ambienti criminali di grande spessore, se non per le sue parentele e aveva ultimamente annunciato di voler cambiare vita. Era stato incarcerato nel 2002 dopo aver colpito con una revolverata un rivale in amore, aveva vari precedenti per rapine e aggressioni.

Viveva al civico 18 di via Pascarella, un palazzo in mano alla malavita, dove da anni si fronteggiano forze dell’ordine e occupanti abusivi. Su 200 famiglie solo una trentina paga regolarmente l’affitto della casa popolare. A luglio scorso Tatone aveva inscenato una protesta montando una tenda in cortile, dopo aver ricevuto lo sfratto dall’appartamento dove viveva con la compagna e la figlia.

Nicola Tatone fu arrestato dalla polizia nel 2009 per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti ed è stato condannato a 24 anni di carcere. Lui e suoi fratelli sono i figli di 'Mamma Rosa' detta anche "Nonna eroina" perché una delle capostipiti dello spaccio di droga nel capoluogo lombardo. Emanuele Tatone. Era gravemente malato da anni ed era tossicodipendente. L'altro uomo trovato ucciso, Paolo Simone, non viene ritenuto un pregiudicato di rilievo e proprio in queste ore gli investigatori della Squadra mobile, che conducono le indagini, stanno accertando se ci sono stati in passato collegamenti tra i due o tra le rispettive famiglie.